“Giustizia ingiusta”? Mostri a spasso con i familiari delle loro vittime? Non è solo Cosa Nostra italiana. Accade anche nella Norvegia devastata nello spirito e nella gioventù, la Norvegia della duplice strage di Oslo, quella che, armanta dalla mano di Anders Behring Breivik, il 22 luglio si è portata via 77 persone.

Perché Anders Behring Breivik non è colpevole.

A dirlo sono i due psichiatri incaricati dalla corte distrettuale di Oslo, che sono stati chiamati a valutare lo stato mentale del giovane reo confesso dell’autobomba nel centro di Oslo e della mattanza sull’isola di Utoya, nel pieno svolgimento del campo estivo dei giovani laburisti.

Ha aperto il fuoco sulla folla? Ha avviato il timer dell’esplosivo? Al momento dell’attacco, Breivik era incapace di intendere e di volere. Era malato.

C’è da dire che, stando agli atti del processo, Breivik ha sempre ammesso di essere l’autore del duplice attacco ma mai ha voluto dichiarare la propria colpevolezza, sostenendo che le sue azioni sono state “atroci ma necessarie”.

Come scritto da Affari Italiani,  nelle 240 pagine del rapporto, i due psichiatri affermerebbero che il giovane fanatico soffriva di una “psicosi” che alterava la sua capacità di giudizio.

La perizia deve ancora essere esaminata da una commissione medica legale e spetterà comunque al giudice decidere se Breivik sia perseguibile o meno per la duplice strage, ma in Norvegia è prassi che il tribunale ascolti il parere degli esperti.

Se il giudizio dei medici venisse avallato dai magistrati, il giovane fanatico eviterebbe la prigione e verrebbe rinchiuso in un centro di cure psichiatriche.

Malato e quindi non perseguibile. Incapace di intendere e di volere. Quante volte ancora dovremo sentire la difesa di un tribunale appellarsi a ragioni di questo tipo, moventi che puzzano sempre più di scusante e di mancato senso della giustizia.

Paola Perfetti