Raniero Busco è stato assolto con formula piena. Si riaprirà la caccia al mostro che uccise Simonetta Cesaroni? Sulle pagine di Crimepage.it abbiamo seguito il caso. Ora chiediamo alla Dott.ssa Roberta Bruzzone di fare il punto insieme a noi.

Si, l’ho sempre detto e l’ho anche scritto nel mio ultimo libro (Chi è l’assassino – diario di una criminologa, Mondadori 2012): Raniero Busco è innocente e la sua estraneità nell’omicidio Cesaroni era decisamente evidente fin dagli atti del processo di primo grado.

Dopo aver esaminato l’immensa mole di carte prodotte dall’indagine sul delitto di Simonetta Cesaroni, purtroppo l’unica considerazione possibile è stata la seguente: c’è ancora un feroce assassino in libertà che molto difficilmente ormai pagherà per l’atrocità che ha commesso. E’ per questo che ho aperto il capitolo dedicato al caso con una celebre frase di Sherlock Holmes particolarmente calzante considerata la situazione: “È un errore capitale teorizzare prima di avere i dati. Senza volerlo si cominciano a distorcere i fatti per adattarli alle teorie, invece di adattare le teorie ai fatti… La difficoltà consiste nel separare l’intelaiatura dei fatti – dei fatti assolutamente innegabili – dagli abbellimenti dei teorici”.

Ma a colpirmi all’epoca della condanna di Busco furono le motivazioni della sentenza a 24 anni di reclusione. Da una prima lettura emergeva chiaramente come fossero rimasti davvero moltissimi (troppi) i quesiti a cui la sentenza di condanna non aveva potuto/saputo fornire una risposta affidabile e soddisfacente. Ma vi era di più. Emergevano infatti una serie di vizi formali e sostanziali che minavano sin dalla base le presunte “prove scientifiche” e, in particolare, gli esami di natura genetico-forense. Senza contare che, in maniera a dir poco sconcertante, non erano state tenute neppure in minima considerazione le tracce ematiche di gruppo A ritrovate in diversi punti della scena del crimine e negli altri ambienti dell’appartamento teatro dell’omicidio.

E che possa essersi trattato del sangue dell’assassino è quanto mai plausibile, soprattutto in considerazione della dinamica dell’aggressione (durante la quale è più che probabile che l’offender si sia ferito, seppur superficialmente, ed abbia conseguentemente sanguinato) e del fatto che sia Busco che Simonetta Cesaroni sono di gruppo zero….e il gruppo sanguigno non cambia nel corso degli anni (contrariamente a quanto qualche pseudo esperto senza vergogna ha tentato goffamente di far credere dopo l’esito della CTU disposta dalla prima Corte d’Assise d’appello di Roma, che demoliva i principali capisaldi dell’impianto accusatorio di primo grado….).

Nella vicenda di via Poma c’è il presunto morso sul seno, che alla fine si è dimostrato non essere un morso bensì una lesione di ben altra natura. E poi c’è la questione controversa della consulenza tecnica biologica che aveva prodotto risultati decisamente ambigui (al punto che alcuni dei CTP nominati in primo grado dall’accusa si rifiutarono di sottoscrivere il lavoro effettuato da altri colleghi in seno allo stesso collegio e non riconobbero come valide le conclusioni a cui erano giunti).

Da quel 7 agosto 1990 molto tempo e denaro sono stati spesi, purtroppo invano. Molte persone sono state di volta in volta coinvolte nella vicenda attraverso un crescendo di veri e propri colpi di scena, fino al giorno in cui venne iscritto nel registro degli indagati proprio Raniero Busco, 17 anni dopo il delitto di Simonetta….già questo dato dovrebbe far riflettere…

Senza contare il costo per la Giustizia dei vari accertamenti svolti per costruire l’impianto accusatorio contro Busco, un percorso fallimentare che ha mostrato tutta una serie di limiti evidenti proprio attraverso la sentenza di piena assoluzione di giovedì.

Tutto questo tempo ha contribuito a rendere estremamente difficile arrivare alla soluzione del caso ed assicurare alla giustizia “IL” vero colpevole. Il pensiero in questo frangente doverosamente deve essere rivolto anche a tante altre vittime in attesa di Verita’ e Giustizia come Chiara Poggi (Garlasco), Meredith Kercher (Perugia) o Serena Mollicone (Arce)…Casi sprofondati nella palude affollata dei casi irrisolti avvenuti nel nostro paese in attesa della svolta finale e risolutiva….che però in alcuni casi non è mai arrivata.

Resta pertanto almeno un’ultima considerazione: c’è ancora molto lavoro da fare per garantire Verità e Giustizia alla povera Simonetta, alla sua famiglia e a tutti coloro che non l’hanno mai dimenticata. Ma non dobbiamo mai perdere di vista il suo presunto “assassino”, Raniero Busco, e la sua famiglia, finalmente fuori da un incubo spaventoso ma, a mio avviso, le ultime vittime in ordine temporale di una indagine imperfetta, lacunosa che ha comportato una condanna in primo grado ben “al di qua” di ogni ragionevole dubbio.

Oggi Raniero Busco è un uomo innocente ed è stato assolto per NON aver commesso il fatto. Nessuna ombra quindi deve rimanere sulla vita di quest’uomo. Auguro a lui e alla sua famiglia la forza di saper voltare pagina.

Roberta BRUZZONE