Abbandonare i punti fermi della propria vita, dietro la porta di casa chiusa a duemila mandate, manda in crisi quante di noi più o meno esplicitamente soffrono del disturbo d’ansia generalizzato.

Ci lamentiamo mese dopo mese, dall’Epifania al solstizio d’estate passando per la Pasqua benedetta, di tutto ciò che dobbiamo fare ogni giorno: della lavatrice, della spesa, dei piatti da lavare, del ferro da stiro, del corso di nuoto dei bambini, delle ripetizioni, del cane e del gatto, del marito che non c’è mai… E poi ci accorgiamo che, in realtà, viviamo in equilibrio proprio perché ci sono loro.

Ce ne accorgiamo sulla porta di casa, quando controlliamo ancora una volta che il gas sia chiuso, per esorcizzare la mancanza di controllo che ci assalirà appena partite.

Come evitare questo crollo da iperlibertà? Non passate dalla routine assoluta alla vacanza ai Caraibi: prendetevi un giorno o due di ferie, partite magari il lunedì invece che il sabato, e iniziate a staccare la spina lentamente. Concedetevi un trattamento rilassante, pagate qualcuno che vi aiuti con le ultime mansioni domestiche prima della partenza (pulire casa, svuotare il frigo, stirare i vestiti dei bambini), informatevi sulla vostra meta, leggete un libro e mandate i figli a salutare la nonna.

Non c’è niente di peggio dello sbalzo tra mille cose da fare e zero. Perciò portatevi dietro quello che avete sognato tutto l’anno: volevate fare un corso di spagnolo? Leggere il nuovo libro della vostra autrice preferita? Fare le parole crociate? Imparare a fare le immersioni? Trovatevi qualcosa da fare, come un lavoro, almeno nei primi giorni. E trovatevi una routine anche tra le spiagge assolate.

Inutile fare le dure e pensare di staccare completamente smartphone e pensieri da un momento all’altro: con calma e pazienza si arriva ovunque. Non chiedetevi troppo, ma regalatevi bei momenti pensando al qui ed ora. Saranno le vacanze più rilassanti ed emozionanti della vostra vita, e poco importa se riuscirete a staccare mente e tecnologia solo l’ultimo giorno. Meglio la qualità della quantità.

Erika POMPILI

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