Aprile dolce dormire? Ma quando mai! Noi siamo sempre attente e vigili e anche questo mese abbiamo selezionato tre belle notizie che riguardano il mondo femminile.

La prima notizia riguarda il mondo del calcio. Finalmente anche il football femminile sta guadagnando sempre di più il rispetto che merita anche se per arrivare al business del circuito maschile ci vorrà ancora molto lavoro. Però un piccolo spiraglio di entusiasmo si è aperto anche in Sudan dove per la prima volta ad allenare la squadra dell’Al-Ahly di Al-Gadaref ci sarà una Sister e non un mister. Salma al-Majidi, sudanese di 27 anni è la prima allenatrice di calcio del mondo arabo, ha ottenuto il patentino B da allenatrice all’interno della Caf, la Federazione calcistica africana ed è propensa e motivata ad ottenere sempre più successo in questo ambito. Il suo sogno però è quello di allenare una squadra femminile in un campionato pieno di donne calciatrici. Questione di tempo!

Un’altra bella, bellissima notizia che riguarda una scienziata italiana, il suo nome è Marica Branchesi ed è stata inserita dalla rivista Time tra le 100 personalità al top del mondo nella sezione ‘Pionieri’. Poco più che quarantenne è un’astrofisica, professoressa al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila e di recente è intervenuta ad una conferenza stampa a Washington dove ha spiegato come è andata la scoperta dei primi segnali di onde gravitazionali dalla collisione di due stelle di neutroni. Anche la rivista Nature l’aveva inserita nella top ten dei personaggi scientifici del 2017, qui in Italia invece, ancora nulla. Bene ma non benissimo come direbbero sui social. Intanto però non perdiamo nessuna occasione per celebrarla e per raccontare la sua storia di successo.

La terza notizia invece arriva dall’Uganda. Proprio in questi giorni, grazie ad un video diffuso da Reuters, è comparso nelle pagine dei giornali una iniziativa dei poliziotti contro la violenza domestica presente nel paese. “23 giovani donne sono state assassinate“, dice un poliziotto leader dell’iniziativa, “vogliamo metterci nelle scarpe delle donne“. Gli ufficiali di polizia hanno marciato in corteo per i villaggi portando i bambini e le ceste che solitamente sono un compito riservato alle donne. Attraverso questo gesto gli uomini delle forze dell’ordine hanno voluto mostrare la propria solidarietà con le donne, vittime di violenza, molto spesso avvenuta dentro le mura di casa. Li hanno definiti ‘poliziotti femministi’ e sono stati una ottima cassa di risonanza per diffondere il messaggio e sensibilizzare anche gli altri uomini.

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Martina ZANGHI’