Malia Wollan ha da poco dedicato un articolo sul New York Times ad un tema molto caro a tutti noi. Apparentemente banale ma assolutamente veritiero. Il pranzo davanti al computer. Gli americani lo chiamano ‘desktop dining‘ ma significa sempre, mangiare davanti al pc, in ufficio o a casa nel caso dei liberi professionisti. Sbocconcellare un panino o mangiare patatine, crakers solo con una mano mentre l’altra scrive sulla tastiera del computer è diventata una prassi quotidiana per circa il 62% dei professionisti americani.

Circa la metà dei lavoratori a stelle e strisce preferisce pranzare da solo per rispondere alle mail arretrate, per leggere documenti, insomma per non perdere tempo andando a pranzo. I eat alone to multitask better, dicono gli americani, in definitiva lavoro anche mentre addento il panino o l’insalata in modo da non interrompere il lavoro.

Le riunioni a tavola sembra non siano più cruciali come una volta, quando i top manager tra un bicchiere di barolo ed un piccione in umido decidevano le sorti della società. Adesso, si fa una call e davanti al pc si risolvono tutti i problemi, o quasi.

Il desktop dining non è però solo il caprio espiatorio delle diete fallite, al contrario può rivelarsi la chiave di una alimentazione più attenta o almeno più leggera. Una barretta proteica, una mela, uno yogurt sono snack frugali, facili da fare ‘con una mano sola’ e non troppo calorici, insomma non in contrapposizione con uno stile di vita sano. Secondo uno studio, risalente ormai al 1920, mangiando in compagnia si assumerebbe il 44% in più di cibo. Da soli quindi potremmo mangiare un po’ di meno, ma in quanto a benessere fisico e team building con i colleghi non guadagniamo molti punti.

Insomma, come sempre che siate davanti al pc o davanti al frigorifero sta a voi fare la scelta giusta ma, quando i colleghi vi chiederanno se andate a pranzo fuori con loro pensateci bene prima di dire di no.

Martina ZANGHI’