La compagna delle medie che si sposa (argh, e noi non riusciamo a tenerci un uomo neanche per due mesi di seguito), la compagna di università che si laurea (e a noi mancano giusto quei venti esami), la parrucchiera che scatta foto da sogno in Polinesia (e noi non abbiamo i soldi neanche per una settimana a Pinarella di Cervia)…

A quel punto scatta il masochismo compulsivo: si sfogliano le foto, si va a vedere il profilo del futuro sposo, si leggono tutti gli auguri e gli incitamenti degli amici per l’imminente e felice avvenimento. E ci si rode il fegato.

Questi dati sono stati confermati da uno studio dell’Istituto dei Sistemi Informativi della Humboldt-Universität zu Berlin: almeno il 33% degli utenti dei Social Network prova una sensazione di frustrazione dopo aver navigato nella pagina delle “notizie”.

Siamo tutti invidiosi patologici?! Assolutamente no… Il problema è che sui Social Network tendiamo a mostrare solo i lati positivi della nostra vita, ad abbellire le fotografie, a raccontare unicamente gli eventi migliori, a scrivere solo ciò che ci rende interessanti e belli agli occhi degli altri.

E qui scatta il meccanismo particolare legato alla tecnologia: invidiamo i cuoricini sulla bacheca delle coppie innamorate, le foto delle vacanze ai tropici e le carriere meravigliose dei nostri “amici”. Ma non pensiamo mai che quello è solo ciò che loro vogliono farci vedere delle loro vite, un breve riassunto di tutto il meglio che hanno: non la realtà.

La prossima volta, invece che sfogliare verdi d’invidia la Bacheca della vicina di banco delle elementari, proviamo a concentrarci su tutte le cose belle che abbiamo intorno: senza postarle subito online. Proviamo a scriverle (a mano!!) su un foglietto e mettiamocelo in agenda: ci servirà al primo attacco di invidia acuta per renderci conto che siamo ugualmente fortunate, e non abbiamo alcun motivo per invidiare chicchessia.

Erika POMPILI

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