Quante volte avete sentito davanti ad uno schermo: “Se solo poteste sentire questo profumo…
L’idea di comunicare non solo attraverso le immagini ma anche attraverso l‘olfatto non è un’idea nuova ma è un’idea che non è mai riuscita a sfondare, molto probabilmente a causa della tecnologia. A rendere la visione di un film profumata ci hanno provato già nel 1960 con un film dal titolo Scent of Mistery. Protagonista del lungometraggio la divina  Elizabeth Taylor.

KL_SOMcov72L’esperimento, a quanto dicono i giornali dell’epoca, fu un fiasco. «Il profumo migliore che il pubblico ha potuto sentire è stato quello che si annusava durante l’intervallo: aria fresca» scrissero sul New York Times i giornalisti presenti durante la prima proiezione. Insomma l’idea era geniale ma come spesso capita la realizzazione non soddisfa tanto le aspettative.
Lo «smell brain», il dispositivo inventato da Hans Lube che serviva proprio a  diffondere le fragranze in sala non ebbe successo. Più che un’esperienza multisensoriale divenne una esperienza da non ripetere, tanto che molti degli invitati alla proiezione furono costretti ad uscire e a respirare finalmente un po’ di aria fresca fuori.

Alla versione restaurata di Scent of Mistery però viene data una chance grazie alla mano o meglio al naso di Antonio Gardoni che non la sua etichetta Bogue ha ideato Maai, una fragranza ispirata proprio alla divina Liz. Se la campagna di crowfunding messa in moto per finanziare il ritorno della Smell-O-vision andrà a buon fine (qui maggiori info, se volete dare il vostro contributo), la pellicola sarà proiettata a Bradford, Inghilterra, il 16 ottobre, e alla Filmhouse di Copenaghen la settimana dopo.

Martina ZANGHI’