Secondo l’Agenzia del Farmaco pare proprio che sia il contrario. Molte persone, incuriosite dall'”oggetto” sigaretta elettronica, l’hanno acquistata e la utilizzano ogni giorno con grande soddisfazione al punto da usarla sebbene non abbiamo mai fumato veramente. Insomma, più che di gadget tecnologico siamo di fronte ad una vera e propria moda.

La sigaretta elettronica, infatti, non contiene il catrame generato dalla combustione, e neanche gli additivi dannosi delle comuni sigarette, tra cui il monossido di carbonio, l’azoto, l’ammoniaca, il cianuro, la formaldeide, l’acetone e il benzolo, ma solo vapore acqueo, additivi e profumazioni varie. Piuttosto, dà l’opportunità di darsi un tono senza rischiare il cancro del polmone.

Esistono però anche sigarette elettroniche contenenti nicotina, per aiutare i fumatori a interrompere l’abitudine abbattendo immediatamente i rischi dati dall’inalazione di sostanze pericolose (la quantità e per lo più ignota).

Sembrerebbe quindi un’invenzione stupenda… Peccato che, nonostante le vendite record, non sia ancora stata normata: non ci sono controlli, standard da rispettare, parametri comuni. Ognuno crea e vende la sigaretta elettronica che vuole (con i conseguenti rischi per la salute dei cittadini che ne derivano).

Non essendo a disposizione dosaggi precisi per le sostanze presenti all’interno dei dispositivi, né per i materiali utilizzati, le sigarette elettroniche rimangono oggetti fantasma alle normative attuali, aspetto questo che li rende potenzialmente preda di imprenditori truffaldini i quali, a costo ridotto, possono produrre dispositivi di bassa qualità e magari dannosi per la salute.

La Federconsumatori chiede quindi che venga fatta luce sui punti oscuri di questi nuovi gadget tecnologici e che vengano normati i dosaggi e i parametri per costruirli e metterli sul mercato. Per la sicurezza di fumatori abituali e non.

Erika POMPILI

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