Soldati impavidi delle Legioni di Massimo Decimo Meridio, coraggiosi eroi epici pronti a sfidare gli dei, nulla sono a confronto dei temerari legionari della moda. Al grido di “mi spezzo, ma non mi piego” i fashionisti hanno sfidato arditi la neve, infagottandosi in pellicce, cappelli e maxi foulard, ma non rinunciando comunque ai tacchi. Hanno preferito rinunciare, piuttosto, alle gambe scoperte e reticenti si sono infilate un paio di collant 50 denari. Ma ai tacchi, ah beh, a quelli non si rinuncia mai. Nemmeno se il meteo mette neve per tutto il giorno, e con lo stiletto 12 rischi di fare un fashion ruzzolone sul selciato del marciapiedi.

Sarà, forse, stata la profusione di pellicce in qualunque angolo di Milano a fare scattare la suprema indignazione da parte degli animalisti, che hanno ben pensato di infiltrarsi e fare irruzione sul catwalk di Just Cavalli. Ma niente paura: nerboruti body guard hanno subito ripristinato l’ordine e la sfilata è potuta proseguire, tra gli sguardi impauriti delle fashion editors impellicciate. Come possano entrare poi questi contestatori, considerando che la sicurezza non fa entrare gli standing, nemmeno se fuori ci sono -5 gradi, se non dopo i signori con posto a sedere, rimane un mistero. Anche se voci di corridoio insinuano che le contestazioni sono sempre organizzate, per far parlare dell’evento. Male lingue.

Per un attimo, all’inizio della sfilata, l’impressione è stata quella di avere sbagliato location e di essere finiti per caso allo show di Dolce e Gabbana, con quel trionfo di abiti stampa foulard. Ma è stata solo un impressione. Man mano che gli abiti sfilavano la zampata felina di Roberto Cavalli era tangibile agli occhi di tutti: gonne di seta animal print abbinati a maglioni tricot, lunghi abiti con scolli profondissimi sulla schiena, pantaloni aderentissimi abbinate a cappe over con decori barocchi tono su tono e cappotti di lana da abbinare a sciarponi. Ma la vera della protagonista, manco a dirlo, è la pelliccia: colorata, laserata, applicata o bicroma ma sempre e comunque pelliccia. Special guest, insieme agli animalisti, Georgia May Jagger.

Certamente più rasserenante è stato, invece, lo show di Blugirl che con la sua collezione vuole tessere un’ode ad Alexa Chung e al suo stile contrassegnato da una smaccata tendenza al mix and match di suggestioni, capi del guardaroba maschile e di quello femminile, ispirazioni sporty e inclinazioni glamour. Così l’abito lungo di pizzo nero, decorato da due elegantissimi cigni ecru, viene portato con scarpe stringate, il bomberino di pelliccia maculato è abbinato a gonne lunghe di paillettes dorate e polacchini e lo smoking si porta con una blusa in seta bianca. Gli abiti per la sera giocano con le trasparenze, su cui sono impressi piccoli pois dorati, con il pizzo e con i ricami, con preziosi dettagli in oro. Alexa Chung diveta solo una scusa. La vera musa a cui si ispira Anna Molinari è la personalità. Quella di ciascuno.

Pinella PETRONIO