Anche Audrey Hepburn, icona di bellezza e di eleganza, nonché splendida ed indimenticata attrice hollywoodiana, fu sottoposta, quando era una raffinata e famosa trentaduenne, ad un fotoritocco.

A quell’epoca, negli anni Sessanta, Photoshop non esisteva, perciò, per modificare alcune fotografie dell’attrice in occasione della presentazione del celeberrimo Colazione da Tiffany, si ricorreva all’aerografo.

In occasione del 50esimo anniversario del film, in inglese Breakfast at Tiffany, ispirato all’omonimo libro di Truman Capote, sono state pubblicate alcune immagini inedite della Hepburn, che fanno parte di un libro a lei dedicato e firmato dalla giornalista Sarah Gristwood, nelle quali è facile identificare il “prima” e il “dopo”, ovvero la differenza tra la fotografia originale e quella “ritoccata”.

Le imperfezioni incriminate erano delle innocenti quanto impercettibili zampe di gallina che, a quanto pare, proprio non dovevano apparire, come se un dettaglio simile potesse in qualche modo danneggiare il film, un vero capolavoro.
La vera differenza tra una foto e l’altra, in realtà, è data dai segni a matita sul volto dell’attrice ma, per quanto riguarda il resto, ovvero la luminosità e la bellezza del suo viso, rimangono invariate.

D’altronde, come si può correggere la perfezione?

Vera Moretti