Fino a gennaio 2016 il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM) presenta Fausto Melotti, una mostra dedicata ad uno dei più importanti artisti italiani attivi tra le due guerre e nel secondo dopoguerra. Allestite per l’occasione una ventina di sculture in metallo e più di settanta opere in ceramica.
La ricerca dei curatori della mostra Eva Fabbris e Cristiano Raimondi inizia dall’osservazione del rapporto cruciale tra Melotti e la rivista Domus, fondata nel 1928 da Gio Ponti. L’esposizione infatti racconta questa relazione tra la rivista e l’artista (e giornalista), le cui opere sono state più e più volte pubblicate, tra il 1948 e il 1968 a illustrazione di articoli a lui dedicati o  a corredo di scritti firmati dallo stesso Melotti.

La prospettiva critica sviluppata dalla rivista si basa sull’idea di una continuità poetica nel lavoro di Melotti, confermata dalla presenza in ogni articolo di immagini di lavori appartenenti a periodi differenti. Per questo la mostra non segue un andamento cronologico nel suo percorso bensì concettuale. Le opere dell’artista comprendono anche la decorazione con la produzione di sculture in ceramica degli anni ’40 e ’50 (basti pensare ai celeberrimi Teatrini e alle placche in ceramica) fino alle più recenti sculture in metallo degli anni ’60, sempre enfatizzando una linea di continuità con la ricerca astratta degli esordi.

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Nel luglio 1962 Domus pubblica un articolo di Melotti nel quale, con il suo linguaggio poetico, l’artista alludeva all’apparente silenzio seguito al breve ma decisivo periodo astratto della metà degli anni ’30: “Ci accostiamo e ritorniamo, in questo, fra i tanti intermezzi (atti di vita?), all’orfico, mediterraneo imeneo della geometria con la poesia.” Quasi un anno dopo un altro testo di Melotti, considerato uno dei suoi scritti programmatici fondamentali: L’Incertezza, nel marzo 1963, rappresenta un esauriente manifesto della poetica di Melotti, permettendo all’artista di confermare l’originalità del suo lavoro nel contesto dell’arte astratta e, più in generale, dei suoi contemporanei.

Anche il celebre fotograto Ugo Mulaspresente con una serie di foto di opere di Melotti – gioca un ruolo cruciale all’interno dell’esposizione, perfettamente descritto dal critico ed editore Vanni Schweiwiller, che a proposito del rapporto tra Mulas e Melotti osserva: “Melotti si legò molto a Mulas, che era il suo fotografo […] E la passione e l’eccellenza di un grande fotografo come Ugo Mulas contribuirono in maniera significativa alla riscoperta, anche se tardiva, di un grande scultore come Melotti.

L’esposizione è visitabile fino al 17.01.2016, in n collaborazione con Fondazione Fausto Melotti, con la partecipazione di Domus Magazine e Archivio Ugo Mulas
A cura di: Eva Fabbris e Cristiano Raimondi
Exhibition design: Baukuh e Valter Scelsi
Maggiori info: www.nmnm.mc

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