Giovanissima con Un gelido inverno è entrata nell’olimpo di Hollywood, con la nomination ai Golden Globe prima e all’Oscar dopo, e Hunger Games l’ha lanciata nel mondo dei blockbuster di successo, ma è l’interpretazione di Tiffany Maxwell, compagna dello psicolabile e bipolare Patrick Solitano, un sorprendente Bradley Cooper, ad elevarla al rango di diva grazie alla conquista della prima statuetta come Miglior attrice protagonista per la pellicola di David O. Russell. E proprio con il cineasta newyorchese, Jennifer Lawrence domenica notte proverà il bis, questa volta nella categoria dedicata alla Miglior attrice non protagonista, per aver interpretato la moglie del truffatore Christian Bale in American Hustle – L’apparenza inganna, nel quale spicca anche Amy Adams, candidata nella sezione femminile più importante.

A contendersi la statuetta che l’anno scorso fu di Anna Hathaway nel non indimenticabile Les Misérables, anche Sally Hawkins, già Orso d’Argento per la migliore attrice e il Golden Globe 2009 per La felicità porta fortuna – Happy Go Lucky di Mike Leigh, squattrinata e sempliciotta sorella di Cate Blanchett nell’ultima fatica di Woody Allen, con il quale aveva già collaborato qualche anno fa in Sogni e delitti.

Quarta Nomination per Julia Roberts – dopo quelle sfumate per Fiori d’acciaio e Pretty Woman e quella andata in porto per Erin Brockovich – che punta al secondo Oscar per la partecipazione nel film tratto dal romanzo Premio Pulitzer I segreti di Osange County, in cui interpreta  una donna di mezz’età alle prese con i ricordi e i rimorsi di una vita quando si precipita con il marito e i figli a casa dell’anziana e malata madre.

Primo ruolo importante e prima nomination per Lupita Nyong’o, proprietà privata di un terribile, e al contempo straordinario, Fassbender in 12 anni schiavo, e prima possibilità di vittoria anche per l’esperta June Squibb, già musa di Alexander Payne in A proposito di Schmidt e ora grande outsider della categoria con il plurinominato Nebraska.

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Jacopo MARCHESANO