Lo sappiamo, le droghe sono un argomento spinoso e l’assunzione di sostanze di questo tipo è sempre un grosso punto interrogativo. Le droghe fanno sempre male? Sono tutte uguali? Meglio evitarle  in ogni frangente? Mille gli interrogativi, pochissime certezze e altrettante opzioni da valutare da persona a persona…
Nell’ultimo periodo si sta parlando sempre di più di microdosing ed è un argomento che desta molti dubbi, di che si tratta?

Dobbiamo premettere che si tratta, almeno in Italia, di una pratica illegale che consiste nell’assunzione di sostanze psichedeliche in piccolissime quantità. Piccole quantità di sostanze come LSD, mescalina, DMT, Ayahuasca, funghi, sono alcune delle opzioni possibili. L’assunzione di questo tipo di sostanze in piccolissime quantità e in determinati giorni sarebbe una pratica molto diffusa.

AYAHUASCA: A COSA SERVE E COME ASSUMERLA

A che serve il microdosing?

La funzione di questa tecnica è molto complessa, non possiamo definirlo ‘sballo’, anzi può essere una pratica molto funzionale per chi soffre di ansia, depressione, può stimolare la concentrazione e l’energia, può migliorare il proprio stato emotivo e quindi anche come ci rapportiamo con la società e con gli altri. Insomma come tutte le sostanze che alternao la nostra percezione se utilizzate con cognizione di causa, probabilmente possonoa vere una azione curativa piuttosto che ‘negativa’.

Microdosing: cosa dice la scienza

Non ci sono ancora molti studi scientifici al riguardo. Quello più famoso è stato fatto dall’Università della California e per prima ha effettivamente approfondito la questione. “Il nostro studio dimostra che gli psichedelici possono produrre effetti comportamentali benefici senza alterare drasticamente la percezione, il che è un passo fondamentale verso la produzione di medicinali vitali ispirati a questi composti“, ha affermato il Dottor David Olson responsabile dello studio pubblicato nel 2019.
Negli animali (topi di laboratorio) il microdosing potrebbe effettivamente avere alcuni effetti benefici, in particolare per la depressione o l’ansia. Il risultato è molto probabilmente promettente, ma i cambiamenti potenzialmente negativi nella struttura neuronale e nel metabolismo che abbiamo osservato sottolineano la necessità di ulteriori studi” affermano gli scenziati californiani. Dunque è necessario attendere uteriori approfondimenti per scoprire effettivamente quali sono i benefici e gli eventuali effetti collaterali dell’assunzione di piccole dosi di psichedelici.

Rischi del microdosaggio

Il team californiano ha documentato molteplici potenziali benefici soprattutto per calmare ansia e depressione ma anche alcuni potenziali rischi: ad esempio, ha aumentato significativamente il peso corporeo nei ratti maschi. Ha anche causato atrofia neuronale nelle femmine di ratto. Quest’ultimo cambiamento è stato inaspettato, poiché in precedenza il gruppo di lavoro, guidato dal Dottor Olson aveva riscontrato al contrario (sui ratti trattati con una singola dose elevata di DMT) un aumento di crescita neuronale. Nonostante i potenziali effetti negativi del microdosaggio, comunque i risultati indicano che è possibile disaccoppiare gli effetti allucinogeni dalle proprietà terapeutiche di questi composti lasciando ampie possibilità di sperimentazione e dunque di miglioramento.

Meditazione, il decalogo dei benefici