Negli anni scorsi è tornato di gran moda lavorare ai ferri, i berretti in lana grossa hanno spopolato tra blogger, influencer e semplici freddolose. Complice anche la pandemia e il tempo che necessariamente si è dovuto passare in casa sono tornati di moda i lavori manuali. Stufi di creare lievito madre e di sfornare pizze a tutte le ore, quest’anno sta prendendo piede il cucito.

Le più fortunate hanno imparato ad avere un po’  di confidenza con forbici e stoffe guardando la mamma o la nonna e magari possiedono anche una di quelle meravigliose macchine da cucire a pedale.

Ma non tutte sono così fortunate, ciò non toglie che l’idea e le possibilità di imparare a cucire sono disponibili per tutte.

Al di là del mero motivo economico, imparare a cucire è una valida impresa soprattutto perché dà una grande soddisfazione.

Fare da sé è una soddisfazione personale che non ha pari. Sia che si stia riparando un abito vecchio, sia che se ne stia cucendo uno nuovo, saper cucire aumenta l’ autostima, stimola la creatività e fa sentire utili.

Inoltre rende indipendenti: non sarà più necessario ricorrere alla suocera o alla (introvabile) sarta di zona per un banale orlo o per stringere un paio di pantaloni.

Cucire è rilassante.  Guardare, toccare, passare un tessuto sotto la macchina da cucire e vederlo trasformare in qualcosa di utile, è un hobby che coinvolge al punto da dimenticare stress e cattivi pensieri.

Inoltre è molto utile quando, ad esempio si è in vacanza, magari al mare, un orlo si scuce e non si sa come ovviare al problema. Un piccolo set da cucito è la risposta.

Infine, come dicono gli inglesi, last but not least, cucire potrebbe diventare anche un’occupazione a tempo pieno.

L’unico consiglio che ci sentiamo di dare è di non iniziare da un abito da sposa, meglio da un orlo o da un’applicazione…

Un passo alla volta, come al solito si arriva dove si vuole.

Silvia GALLI