Questa è una delle ultime tendenze in fatto di matrimoni, sempre più diffusa grazie alle agenzie che ovviano ai problemi logistici e non che comporta una cerimonia di tal tipo. Primo fra tutti, le resistenze dei parroci a chi desidera un rito religioso che, a rigore, andrebbe officiato in un luogo consacrato.

L’ideale sarebbe scegliere una location legata alla propria storia d’amore, magari per ricreare lo scenario romantico che ha fatto da cornice al primo bacio oppure la località della propria casa di villeggiatura in cui organizzare anche un intimo banchetto, senza inutili orpelli  e piuttosto delle ottime specialità locali. C’è poi la fuga in un’isola deserta, non necessariamente super dispendiosa se ragionevolmente si sceglie una delle Isole Eolie o Pantelleria che non hanno nulla da invidiare alle Isole Bahams e rappresentano una soluzione più low cost.

Il matrimonio in riva al mare però richiede un preciso codice di abbigliamento: se lo sposo potrà lasciare a casa la cravatta e scegliere uno smoking bianco, anche senza farfallino, la sposa farà bene a mettere da parte il sogno del principesco abito vaporoso. Meglio un abito modello tunica che scivola morbido, magari di pizzo o leggero lino con intagli e con una sobria scollatura, sandalo basso o piedi nudi per arrivare fino all’altare e magari un accessorio realizzato con delle splendide conchiglie al posto delle tradizionali perle.

Per evitare che il solito invitato, con il suo look pacchiano e luccicante di paillettes, rovini l’atmosfera romantica di un matrimonio immerso in quella bellezza di cui solo la natura è capace, gli sposi potranno prendere la saggia decisione di stabilire un dress code, il total white è quello che al momento registra più successo.

Altro saggio accorgimento è quello di studiare un piano B: la sposa bagnata sarà pure fortunata, ma un matrimonio in spiaggia sotto il tipico temporale estivo rischia di trasformarsi in un incubo. Per questo la soluzione migliore è affidarsi ad un’agenzia a cui eventualmente delegare la soluzione del problema.

Andrea VIGNERI

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