Una settimana per avere la pancia piatta, un mese di dieta e sarai una modella come quelle di biancheria intima. Dimagrisci in fretta, cellulite addio. Vorremmo raggruppare in queste righe tutto ciò che ci sentimao dire in questo periodo. Siamo arrivati all’estate, momento in cui ci mettiamo in costume, indossiamo abiti più stretti e più scollati e magari proprio a causa di ciò non ci sentiamo a nostro agio. Perché?

Non saremo mai perfette e quando lo saremo ci sarà sempre qualcosa che non va, saremo insoddisfatte e cercheremo un altro obiettivo difficile da ottenere. Nel frattempo non ci godremo i miglioramenti ma avremo ancora la sensazione di non essere adeguate.

Una brutta sensazione, perché continuiamo a sentirci così? Perché permettiamo che questo accada? Perché rompere la routine è difficile e serve molta forza di volontà.

Come facciamo a spezzare la catena e a fare veramente ciò che crediamo sia meglio per noi? Nel caso dell’esercizio fisico ad esempio approfittate dei saldi per acquistare dei completini irresistibili. Se avrete voglia di indossarli, molto probabilmente vi allenerete con più entusiasmo. Trasformate la vostra debolezza in forza, se amate lo shopping dovrete amare anche lo sport.

Scegliete un workout che faccia per voi. Adesso corrono tutti e sembra che la corsa sia la soluzione di tutti i mali. Non è così, provate anche gli allenamenti più insoliti. Avreste mai pensato al wrestling femminile? Le protagoniste di Glow, (una serie tv Netflix che consigliamo vivamente di vedere ndr) ci danno dentro e sembrano proprio divertirsi. Un po’ di voglia di cimentarsi nei panni di Hulk Hogan ci è venuta…

Organizzatevi con delle amiche. La motivazione è contagiosa. Se quel giorno non avete voglia voi la vostra partner in crime saprà trascinarvi e così vi ritroverete dal divano al parco a fare squat insieme in un batter d’occhio.

Premiatevi per quello che fate per voi e ogni volta che terminate un allenamento prendetevi cinque minuti per dirvi grazie e per aver trovato il tempo da dedicare a voi stesse.

Martina ZANGHI’