C’è la storia della musica, quella dei cantanti, quella di presentatori e vallette, quella della televisione e poi c’è la cronaca, quei fatti a volte da bollino rosso e altre volte dalle tinte assai fosche.

La pagina più triste del Festival di Sanremo fu ovviamente il suicidio di Luigi Tenco nel 1967, un “caso ancora aperto”, come da tradizione italiana. Il tormentato cantautore presentò alla manifestazione l’intensa Ciao amore ciao, in coppia con Dalida, ma i presenti  alla serata (non esistono registrazioni video dell’esibizione) furono tutti concordi nel descriverlo agitato durante l’esecuzione del brano che non fu ammesso alla serata conclusiva, né ripescato. Rientrato all’Hotel Savoy compì il tragico gesto, dopo avere scritto un biglietto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.”

Ma il Festival di Sanremo iniziò proprio sotto il segno della polemica, già nel 1951 l’esclusione di Ho pianto una sola volta di Oliver Pinchi fu occasione di protesta. Si racconta anche che nel 1969 alla vigilia del Festival Anna Identici tentò il suicido e fu di gran fretta sostituita da Rosanna Fratello, mentre nel 1970 Armando Stula ingerì 2 flaconi di tranquillanti non appena scoprì che la commissione esaminatrice aveva scartato il suo brano. Nello stesso anno una donna ingerì invece della candeggina perché non le fu permesso di assistere al Festival. Sono insomma di tutt’altro tenore le polemiche sollevate negli ultimi anni da altri artisti esclusi: come Al Bano Carrisi e Anna Oxa, regista di un imbarazzante sit in con una decina di fan alla presenza delle telecamere di La vita in diretta. Per non parlare della ridicola messa in scena dell’orchestra che strappa e lancia sul palco i finti spartiti durante il Festival del 2010, quando Pupo ed Emanuele Filiberto entrarono nel turno finale, assicurandosi così un posto sul podio.

Un tentativo di suicidio in diretta invece interruppe lo show nel 1995: solo il provvido intervento di Pippo Baudo, che seppe mantenere calma e sangue freddo, scongiurò il compiersi della tragedia. L’aspirante suicida in diretta era Giuseppe Pagano che si definì “disperato”, e si rivelò anche abile calcolatore: pochi giorni dopo il festival dichiarò alla stampa che si trattava di una scena organizzata dallo stesso Baudo, dichiarazioni per le quali la Rai lo querelò. La sua cattiva fede, poi, fu definitivamente manifesta quando tentò il suicidio anche al Pavarotti and friends.

Il festival di Sanremo è però stato anche teatro di scontri e vicende legali: nel 1963 Tony Renis fu accusato di avere copiato una frase della sua canzone da un articolo di giornale, ma poi si decise di non procedere legalmente; nel ’68 Celentano intentò causa contro Don Backi, di cui era manager, che lo accusava a sua volta di appropriazione indebita; nel ’72 il sindacato dei cantanti contestò il regolamento e gli artisti tennero un’assemblea aperta per tutta la notte. Ma a Sanremo c’è ancora l’eco delle grida di Claudio Villa: nel 1982 il reuccio non accettò di buon grado l’eliminazione dalla gara della sua canzone e accusò Ravera, organizzatore della manifestazione, sostenendo che le giurie popolari non esistevano nemmeno. La questione fu portata davanti al pretore di Sanremo, ma alla fine si risolse tutto con un accordo.

In tempi più recenti sono piccoli e innocenti gli scandali sanremesi: il capezzolo che esce dall’abito di Ilary Blasi, la farfallina di Belén Rodriguez e una tale Laura Perego, poco più che ventenne, che si presenta nuda nel 2009 mentre Bonolis intervista il patron di Playboy Hugh Hefner. Insomma, sembra proprio vero che tutto in Italia, negli ultimi anni, sembra ruotare attorno al sesso.

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Andrea VIGNERI