Sono queste le conclusioni a cui sono giunti i giudici di primo grado che il 26 gennaio 2011 hanno condannato Raniero Busco a 24 anni di carcere per l’omicidio dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni. “Durante i preliminari di un approccio sessuale consenziente la ragazza, ad un certo punto, per motivi riconducibili allo stato di tensione esistente tra i due, inaspettatamente si è rifiutata di proseguire il rapporto. Il rifiuto probabilmente accompagnato da parole sferzanti ha indotto l’assassino, come reazione, a infliggere un terribile morso al capezzolo.”
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Secondo i giudici “la reazione della giovane a tale gesto ha provocato l’ulteriore incremento della spinta aggressiva per cui il Busco l’ha dapprima atterrata e tramortita con un potente schiaffone all’emivolto e poi , scatenatasi ormai la violenza, colto da un’irrefrenabile furia omicida, le ha inferto 29 coltellate”.

Alla prossima puntata…

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi 

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