Simonetta viene rincorsa dall’assassino attraverso l’ufficio, dalla stanza a destra dove Simonetta stava lavorando, fino a quella opposta a sinistra, dove verrà ritrovata priva di vita. Poi, una volta afferrata, l’assassino la colpisce con violenza con uno schiaffo all’altezza del volto.

A causa della violenza del colpo Simonetta cade a terra, con ogni probabilità in stato di semi-incoscienza. A quel punto l’assassino si china su di lei tenendola con forza contro il pavimento con le ginocchia. Tale passaggio sarebbe testimoniato dalla presenza di due grossi ematomi presenti all’altezza dei fianchi della giovane. Solo dopo questa prima fase dell’aggressione l’assassino avrebbe cominciato a colpirla con un’arma da taglio.

29 coltellate profonde circa 11 cm. Sei sono i colpi inferti al viso, otto lungo tutto il corpo, sul seno e sul ventre. Quindici colpi dal basso ventre al pube, ai lati dei genitali, sopra e sotto. Poi l’aggressore morde la vittima sul seno sinistro con violenza. Nelle ferite da taglio non ci sono frammenti di stoffa, Roberta-Bruzzone-criminologaquindi l’assassino li ha inferti quando il corpo di Simonetta era già privo degli abiti.

Subito dopo l’omicidio l’assassino pulisce con degli stracci il sangue della vittima presente sul pavimento della stanza. Poi prende gli abiti della giovane, una somma di denaro e le chiavi dalla sua borsa e alcuni effetti personali. Solo l’orologio le viene lasciato al polso.

Il corpo di Simonetta verrà ritrovato privo di slip con il reggiseno rosa a balconcino allacciato, ma calato verso il basso, con i seni scoperti, il top di cotone bianco disposto per traverso sul ventre e i calzini bianchi corti ai piedi.

Dopo aver ripulito sommariamente la stanza, l’assassino lascia la scena del crimine chiudendo la porta dietro di sé con 4 mandate.

Alla prossima puntata…

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi 

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