Bergamini era già morto quando fu investito dal camion e non si gettò “a pesce” sotto il mezzo, come invece stabilì il primo processo che nel 1992 assolse il camionista di Rosarno, Raffaele Pisano, dall’accusa di omicidio colposo.

In quella occasione infatti, ricorda il quotidiano, i due gradi di giudizio stabilirono che l’autotrasportatore nulla potette fare per evitare che il giocatore si suicidasse. Ad avvalorare la tesi che il calciatore si fosse suicidato erano state, all’epoca, proprio le testimonianze della donna e del camionista che era alla guida del mezzo carico di agrumi che avrebbe investito il calciatore, provocandone la morte.

L’anno scorso, nell’ambito della nuova inchiesta avviata dopo le denunce dei familiari, la Procura di Castrovillari aveva affidato ai Ris di Messina e ad un medico legale l’incarico di effettuare perizie ed accertare le cause della morte. Dagli accertamenti scientifici era emerso che Bergamini era già morto nel momento in cui fu investito dal camion.

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