Successivamente si è scoperto che con certi accorgimenti tecnici, in un condominio, non era poi così oneroso concedere un bagno per ogni abitazione; e oggi, a distanza di pochi decenni, in certe case, capita di trovare anche una toilette per ogni camera da letto. Con questo intendo dire che spesso ciò che oggi ci sembra normale, un tempo era proprio da considerare un lusso.

Questa mia semplice constatazione è valsa anche per lo sviluppo di altri settori.  In elettronica,  per esempio, pochi potevano concedersi un cellulare o un computer,  “accessori” diventati poi di uso comune; ancora più eclatante è il fenomeno per ciò che riguarda la diffusione dei televisori ultra piatti, che un tempo costavano come l’automobile e oggi sono entrati più o meno in ogni casa.

Con ciò intendo dire che il pensiero popolare, di primo acchito, osserva le comodità  e le cose belle con timore o con invidia come se ci fosse la convinzione che tali oggetti  non potranno mai entrare nel proprio mondo perché troppo lussuosi . Questo approccio mentale da parte delle persone comuni verso il “troppo bello” è davvero sbagliato, perché di fatto tende solo a rallentare il  normale processo evolutivo che ci farà comunque ottenere tutti questi articoli, perché l’uomo per natura è ambizioso.

Per analogia lo stesso processo mentale di sviluppo si è potuto osservare anche in edilizia dove, come già osservato in altri articoli, la gente non sa cogliere il vero senso dell’aggregazione come andrebbe visto in quest’epoca moderna. Io credo fermamente che oggigiorno l’abitare con altre famiglie andrebbe colta come una grande occasione per concedersi comodità intelligenti che aiutino a vivere meglio, demoVittorio-Siracusa-architettolendo quindi concetti vecchi che individuavano, per esempio, piscine e campi da tennis come prodotti di lusso.

Se riflette su quanto appena detto, potete arrivare a pensare che l’insieme di persone che vanno a vivere in un condominio o in un quartiere deve essere paragonabile a un gruppo di amici che decide di fare una colletta per comprare qualcosa di utile a tutti. Pensare così alla collettività potrebbe spingere le persone a programmare col sorriso sviluppi zonali davvero molto interessanti.

In virtù di quanto detto l’approccio di noi architetti quando si progetta un nuovo insediamento deve avere davvero una valenza sociale e bisogna pensare che un certo numero di persone dovrà stare al meglio e in quello che oggi é definito erroneamente lusso. Tutto questo può avvenire al meglio se ci saranno similitudini culturali dei futuri occupanti o se questi verranno indotti a ragionare diversamente.

In sintesi vi invito a pensare che il lusso non é nell’oggetto ma é determinato dal numero di persone che lo dovranno condividere; naturalmente più il numero sarà cospicuo tanto meno questo potrà essere considerato di lusso.

Un tempo l’uomo si aggregava per difendersi, come nel mondo animale, oggi si può pensare di farlo per condividere beni, servizi  e doveri, ma per arrivare a questa consapevolezza ci vuole una nuova mentalità sociale.

Architetto Vittorio Siracusa, designer d’interni

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