Sono passati quasi quattro anni. Quattro anni da quel 19 febbraio, giorno in cui il mondo della moda ha appreso la triste notizia della morte di Karl Lagerfeld, il Kaiser della moda dalla personalità straripante, che ha prestato la sua straordinaria creatività a marchi del calibro di Chanel e Fendi. Geniale e irriverente, è stato un visionario e rivoluzionario che ha profondamente segnato un’epoca, non solo con il suo genio creativo, ma anche con la sua profonda ironia. Un’ironia talmente dissacrante e spietata da sfociare spesso in un sarcasmo di non facile comprensione per tutti. Oggi, che il mondo della moda non si è ancora rassegnato all’idea di averlo perso, conosciamo la figura del Kaiser sotto un punto di vista più intimo e personale, grazie alla biografia Ca va, cher Karl?

Ca va, cher Karl?

Uscita il 27 gennaio, Ca va, cher Karl? è stata scritta da Sébastien Jondeau, suo storico bodyguard e assistente dal 1997 fino alla sua scomparsa. Balzato agli onori della cronaca per la sua presenza – insieme ad Hudson Kroening, ai modelli Brad Kroenig, Baptiste Giabiconi e Jake Davies, oltre alla governante Françoise Caçote, e Caroline Lebar, direttrice comunicazione del suo brand – nel testamento del designer tedesco, Jondeau ha avuto modo di vivere da vicino Karl Lagerfeld, e di conoscere il suo lato più intimo e personale.

La biografia

La biografia descrive la vita quotidiana di Sébastien Jondeau a strettissimo contatto con Karl, in 266 pagine di immagini, parole e racconti, scritti in collaborazione con la giornalista e autrice Virginie Mouzat, che a proposito di Ca va, cher Karl? afferma su WWD: “Una storia di combattimento, forza, ammirazione e resilienza”.

Era il 1990 quando Jondeau e Lagerfeld si incontrano. Lui aveva 15 anni e poca voglia di studiare. Durante le vacanze estive, aiutando il patrigno con la sua società di trasporti, si ritrova a consegnare dei mobili proprio a casa di Karl Lagerfeld. Quell’incontro gli cambierà la vita. Il Kaiser, infatti, lo vorrà come collaboratore fino alla definitiva assunzione nel 1998, che segnerà per Jondeau l’inizio di una nuova vita. Una nuova vita in cui inizierà il processo di “lagerfeldizzazione“: il designer lo introdurrà nel suo mondo, mettendolo a parte dei suoi contatti, dandogli consigli e suggerimenti. Il rapporto che si creerà tra i due sarà quasi filiale. Ed è lo stesso autore a confermarlo nel libro: “La nostra relazione è diventata quella di un padre e di un figlio“.

Insieme ai ricordi, balza agli occhi la rivalità tra Sébastien Jondeau e il modello Baptiste Giabiconi, il quale aveva già raccontato la figura del designer nel libro Karl et Moi, uscito nel 2020. A tal proposito scrive Jondeau: “Sono fiero della mia posizione accanto a Karl, che mi sono conquistato da solo, ma sento che mi associano a Baptiste e questo non lo sopporto“.

P.P.

(Credit ph. cover @bentoub)