Ci sono cose che si verificano raramente, di cui possiamo godere soltanto per un brevissimo istante, per un piccolo lasso di tempo. Ed è forse questa precarietà temporale a renderle ancora più belle, desiderabili e preziose. Come l’eclissi di sole, quando tutti rimaniamo con il naso in su a guardare, perché sappiamo che prima di poterla vedere di nuovo passeranno anni.

Ecco la stessa cosa vale per Dior and I, il documentario diretto da Frédéric Tcheng, presentato al Tribeca Film Festival di New York nel 2014. La pellicola che racconta le 8 settimane che hanno segnato di debutto di Raf Simons alla direzione creativa di Dior, sarà disponibile, infatti, in più di 80 sale italiane, nei cinema dei circuiti The Space e Uci Cinemas, solo oggi 3 giugno.

Gli appassionati di moda hanno segnato in agenda la data già da tempo, pronti a perdersi dietro le quinte del meraviglioso mondo dell’haute couture, a capire più da vicino lo sforzo creativo per completare in sole 8 settimane la sua collezione di debutto nel 2012, la personalità schiva di Simons messa a nudo, con tutte le fragilità e le paure di un uomo prima che di un artista, davanti alla telecamera. Pronti a comprendere le relazione personali che vengono a crearsi tra colleghi, la passione per un lavoro che sa dare tanto, ma che sa anche togliere. Pronti ad osservare da vicino l’immenso lavoro che sta dietro ad una delle più grandi maison di moda, a partire dal processo creativo fino ad arrivare all’operosità delle instancabili sarte dell’atelier.

Dice Raf Simons a proposito del docu – fashion: «Si è trattato di un’esperienza fortemente emotiva – ha detto Raf Simons a proposito del film – poiché mi sono rivisto in un periodo della mia vita dove ho provato moltissime emozioni diverse, tra cui anche la paura. È stato strano rivedersi in quelle situazioni. Nel film c’è un forte senso d’intimità, che credo sia anche presente da Dior. Non appena ho varcato le porte di quest’edificio mi sono reso conto che si tratta di una grande famiglia».

Il tocco in più lo ha dato certamente il filmmaker francese Frédéric Tcheng, già co-produttore di Valentino – L’ultimo imperatore e co-regista di Diana Vreeland, infondendo la sua vena appassionata e appassionante nella narrazione cinematografica. Se avete dimenticato di segnarlo in agenda, ci pensiamo noi a ricordarvi di non perderlo assolutamente.

Pinella PETRONIO