Conoscere la storia della moda dalla TV non è una cosa nuova. Spesso le vite dei grandi designer, il loro lavoro e la loro poetica, sono stati e sono affidati ai grandi mezzi di comunicazione, cinema e TV fra tutti, che riescono a raggiungere il grande pubblico più facilmente di quanto non faccia la letteratura. Talvolta, addirittura, cinema e TV hanno il grande merito di riaccendere i riflettori su grandi protagonisti e personaggi che, per un motivo o per un altro, dopo un periodo di ribalta, ne sono rimasti esclusi. È questo il caso di Halston, miniserie in programmazione su Netflix che ha ridestato interesse nei confronti del designer che, a detta di Karl Lagerfeld, ha inventato il “vero stile americano”.

Halston Roy Frowick protagonista di una miniserie su Netflix

I cinque episodi della miniserie raccontano gli esordi e l’ascesa di Roy Halston Frowick – meglio noto come Halston – all’Olimpo della moda, gli alti e bassi dovuti alla sua dipendenza dalla cocaina, le decisioni lavorative discutibili che ne hanno decretato il crollo. Racconta degli Anni ’70, dello scintillante mondo dello Studio ’54, delle sue illustri amicizie con Liza Minelli, Elsa Peretti, Pat Cleveland e Lauren Hutton oltre alla schiera di donne che lo seguivano ovunque tanto da meritarsi l’appellativo Halstonettes. Insomma, Halston racconta talento, eccessi, visione, luci e ombre di un uomo e di un designer che ha rivoluzionato la percezione della moda negli Anni ’70.

Protagonista, sceneggiatura e regia

In streaming già dal 14 maggio, la serie TV vede protagonista nei panni dello stilista niente poco di meno che Ewan McGregor, riuscito in maniera magistrale ad interpretarne i moti dell’animo. La sceneggiatura è stata affidata alle sapienti mani di Ryan Murphy, Ian Brennan, Sharr White, Ted Malawer, Tim Pinckney e Kristina Woo, mentre alla regina vediamo sempre Murphy e Daniel Minahan.

Halston, la sua moda, il suo talento

Nonostante la ricostruzione abbia destato molte polemiche, soprattutto da parte della famiglia che ha bollato la rappresentazione come imprecisa e romanzata, la serie non è soltanto un tuffo nel affascinante mondo del jet set degli Anni ’70 – ’80. È un’immersione nel mondo meraviglioso della creatività di Halston, fatta di abitini in microfibra, di abiti a colonna con lo scollo all’americana (halter dress) con taglio a sbieco realizzato da un unico pezzo di tessuto, tute, capi morbidi, scollati, sexy, cappellini (suo il pillbox che Jackie Kennedy aveva indossato il giorno dell’insediamento di JF Kennedy e che aveva dato una spinta alla sua popolarità). E poi ancora chemisier in ultrasuede (un materiale simile al suede, ma impermeabile e lavabile in lavatrice), caftani con motivo tie-dye e sontuosi abiti drappeggiati.

Curiosità storiche

Tra le curiosità storiche anche la famosissima Battle of Versailles ovvero la battaglia simbolica del 1973 tra 5 iconici stilisti americani (Halston, appunto, Ann Klein, Bill Blass, Stephen Burrows e Oscar de la Renta) e cinque francesi (Yves Saint Laurent, Marc Bohan per Christian Dior, Pierre Cardin, Emanuel Ungaro e Hubert de Givenchy).

Halston, un successo conclamato dalla rete

E se il tam tam mediatico e sui social network non dovesse bastare, a testimoniare il successo della miniserie anche l’impennata di ricerche del brand Halston Heritage su Stylight, la più grande piattaforma di ricerca di moda, beauty e design al mondo, dove il marchio ha visto un incremento dei clic del +209% durante i 3 giorni successivi al lancio della serie e su Google il termine di ricerca “Suede Dress” ha visto un aumento del +426% dal giorno dell’uscita della serie ad oggi.

P.P.