La nascita di K-Way è una storia interessante e particolare, che vale la pena raccontare. LéonClaude Duhamel, originario del Nord della Francia, figlio di un piccolo imprenditore, un artigiano che produceva pantaloni, in una giornata di maggio particolarmente uggiosa e ventosa, tipica della tarda primavera, si trovava a Parigi per lavoro. Qui vide una signora affannata che tornava dal mercato con i suoi due bimbi e che per proteggerli da acqua e vento li aveva letteralmente avvolti in nylon rosso, ecco l’intuizione geniale…

121228_001LéonClaude convinse il padre ad investire i risparmi di una vita per produrre un giubbottino in nylon, e non solo. Volle che fosse ripiegabile, e che quella “banana ” fosse impacchettatile nella sua tasca o in una borsetta.

Prima di lanciarlo sul mercato, però, era necessario dare un nome al giubbotto. Duhamel si rivolse a Casteng, uno dei più famosi pubblicitari dell’epoca, che gli suggerì un nome che avesse un qualcosa di americano, così come voleva la moda del momento, e che contenesse la parola “way”. Duhamel però preferiva un suono francofono, per la precisione voleva chiamarlo “En cas de…” (in caso di) . Dalla pronuncia di “cas” a K alla francese fu un attimo e K-Way – per dare ragione a Casteng – prese vita.

La prima campagna stampa metteva in scena un giocoso/allegro/colorato (?) sbarco in Normandia fatto da ragazzini con indosso il K-Way e l’entrata sul mercato segnò un successo di 250.000 pezzi venduti.

Oggi, nonostante gli evidenti cambiamenti di tessuto, che è diventato traspirante e antistrappo, il K-Way è rimasto fedele a se stesso, nel logo, nel pendaglio, nella termosaldatura e negli accorgimenti tecnologi. Negli anni il successo di K-Way ha vissuto fasi alterne. Comprato da Pirelli nel 90, a inizio anni 2000 ne è cessata la produzione, ed è stato acquisito nel 2004 da Marco Boglione, fondatore del Gruppo BasicNet (azienda proprietaria anche dei marchi, Kappa, Superga, Robe di Kappa, Jesus Jeans) che, dopo due collezioni fallimentari, ha trovato la chiave di lettura ed ha fatto registrare nelle vendite dal 2007 incrementi a due cifre, tanto che il primo trimestre del 2015 ha segnato un +33% sullo stesso periodo 2014. 

La chiave del successo? Lo stile, sempre uguale a se stesso, ed il taglio luxury, poi i cobranding con marchi molto ambiti come Corso Como, Versace e Colette hanno fatto il resto. Ed ora? Non ci resta che aspettare la prossima mossa, ma siamo certi di non dover attendere molto!

Silvia GALLI 

 

[ Torna indietro... ]