«La mia vittoria più grande è stata quella di essere capace di convivere con me stessa, di accettare i miei difetti. Sono molto lontana dall’essere umano che vorrei essere. Ma ho deciso che non sono tanto male, dopo tutto.»

Parole serene e coscienti, dettate dalla consapevolezza di aver avuto fortuna ma anche di essersela meritata, di aver attraversato la celebrità senza mai farsi sopraffare da essa, di aver goduto del proprio successo come fosse un dono e non soltanto un risultato.

A pronunciarle è la Donna per eccellenza, e il maiuscolo non è casuale. La principessa Anna di Vacanze romane, l’indimenticabile Sabrina, la Holly con gli occhi al cielo, seduta sul davanzale di una finestra a intonare le note di Moonriver: la speciale e unica Audrey Hepburn. Proprio quest’anno si celebra il 50esimo anniversario della nascita del personaggio di Holly Golightly e del suo film, Colazione da Tiffany, diretto da Blake Edwards e liberamente ispirato al romanzo di Truman Capote.

L’Universal Pictures  lancia ora in alta definizione una versione restaurata della pellicola, mentre a novembre arriverà in una Special Edition.

La storia è quella di una donna follemente saggia che cerca un miliardario da sposare ma, nel suo intimo e disperato bisogno d’amore, si ritrova innamorata dello squattrinato scrittore suo vicino di casa, che ha il volto di George Peppard. Nella persona di Miss Hepburn, Holly è un folletto sperduto, pieno di fascino genuino, che risulterà convincente e sarà adorato da chiunque. Un selvaggio e amorale spirito libero con una latente vena di romanticismo, e nell’entusiasmante persona di Audrey Hepburn il personaggio prende brillantemente vita sullo schermo.Per questa interpretazione Audrey ottenne la quarta nomination come Migliore Attrice Protagonista all’Academy Award e, anche se alla fine non vinse, il film si aggiudicò comunque due Oscar per la musica di Henry Mancini.

“Vado pazza per Tiffany…lì non può accaderti niente di brutto”, esclama Holly riferendosi alla celebre boutique del gioiello e il suo look, ideato dallo stilista Givenchy, continua a ispirare generazioni di donne che sanno scegliere il proprio stile. Ma lo stile di Holly è soprattutto lo stile di Audrey che, resistendo a oltre 40 anni di prove artistiche, dal 1948 fino all’ultima apparizione nel 1989, oggi rimane innegabilmente la personificazione di fascino, grazia e dignità irresistibili.

Ciò che non sempre emerge nei ritratti dedicati all’attrice è la sua straordinaria umanità, la generosità della donna e della mamma che era, ancor prima che icona di bellezza. Negli ultimi anni della sua vita diventò Goodwill Ambassador dell’UNICEF, arricchendo la propria esistenza e restituendo parte di se stessa al mondo dedicandosi ai bambini meno fortunati: sin da quando era una ragazzina adorava i bambini, voleva averne di suoi e, quando i suoi crebbero, adottò quelli del mondo.

Finché, il 20 gennaio 1993, Audrey Hepburn scivolò via dal mondo con la stessa grazia con cui aveva vissuto: ciò che ci ha lasciato è tanta bellezza. La bellezza dell’anima.

Roberta Restretti