Concettuale, pulito, ricercato. Così e in estrema sintesi si può definire lo stile di Martin Margiela, il designer belga che portando avanti l’idea di una moda essenziale e fatta di dettagli ha rivoluzionato il concetto stesso di abito. Maestro della decostruzione, Margiela è stato in grado di modificare la struttura dei capi, sovvertendo parimenti la struttura del fashion system. Al genio infaticabile a avanguardista e al suo lavoro, oggi Parigi dedica la prima retrospettiva, inaugurata lo scorso tre marzo, dal titolo Margiela / Galliera, 1989-2009, ospitata negli spazi del Palais Galliera e visitabile fino al 15 luglio 2018.

La mostra ripercorre vent’anni di storia del marchio – dalla collezione Primavera Estate 1989, alla Primavera Estate 2009 – attraverso un’antologia di più di 100 abiti, fotografie, materiali d’archivio, speciali installazioni e video. Curata da Alexandre Samson, direttore delle collezioni contemporanee del Palais Galliera, e con la direzione artistica di Margiela, la retrospettiva si presenta volutamente come una sorta di cantiere in costruzione, una scelta che in qualche modo si ricollega alla volontà della Maison, che per presentare le sue collezione sceglie di volta in volta location insolite, come stazioni della metropolitana, parcheggi, magazzini industriali o depositi.

Un tributo doveroso ad un artista che con il suo lavoro ha sfidato le convenzioni, proponendo negli anni in cui il logo veniva usato come definizione e affermazione dell’heritage di un marchio, una moda no branding, nata dalla ricerca, costruita attraverso la decostruzione, che ha messo a nudo l’abito, rivelando le diverse fasi della fabbricazione (pieghe, spalline, imbastiture, elementi in fase di ultimazione), che sono diventate ornamenti. La sete di ricerca ha portato Maison Margiela verso la sperimentazione estrema delle proporzioni (pensiamo alla collezione Oversize in cui ha raddoppiato al 200% le misure dei capi) o verso l’esplorazione dell’insolito (nella collezione Barbie ha adattato i vestiti delle bambole alle dimensioni umane).

Margiela è stato anche tra i primi a pensare alla moda in termini di sostenibilità, indagando sull’obsolescenza dei capi, proponendo pezzi unici, cuciti a mano, nati da abiti vintage, dismessi, materiali e tessuti recuperati (collezione Artisanal), o ancora riproducendo fedelmente abiti recuperati in tutto il mondo (collezione Replica). Una mostra da non perdere per conoscere un pilastro della moda dei nostri tempi, l’opera del geniale designer, che ha scelto di mostrarsi il meno possibile, e di non firmare i suoi capi, riconoscibili soltanto dall’etichetta bianca senza marchio.

Pinella PETRONIO