Il mare azzurro intenso di Favignana. Il tramonto rosa sulla Isla. Le distese d’acqua verdeggianti della Maddalena. La primavera estate 2019 di Giorgio Armani è un inno al mondo marino, ai suoi colori e al suo elemento primario. Nella quinta – e per noi ultima giornata – di Milano Moda Donna, la collezione di Re Giorgio ci regala un momento di intensa e pura bellezza, ci spinge a fermarci, ci fa respirare, ci allarga il cuore. Come quando, rapiti dallo stupore di fronte al mare, rallentiamo e ci perdiamo. Gli abiti – essenziali e leggeri, dalle silhouette allungate – si posano sul corpo impalpabili come un velo d’acqua sul viso.

Una grande lezione di armonia e stile, pienamente conforme ai canoni dell’estetica armaniana, che si concretizza in una collezione ricca, fatta di abiti che sembrano mimare il moto delle onde, attraversati da plissettature, ricami e paillettes in PVC, giacche e pantaloni fluidi, spolverini che brillano, realizzati in chiffon e organza lucida, in tinte che sembrano rarefatte e iridescenti. Una collezione delicata ma piena di forza, che trova superba realizzazione nella scelta della palette cromatica fatta da rosa polvere, azzurro pallido, grigio metallico e verde acceso. È come se i colori dessero una forma liquida all’abito.

Racconta Giorgio Armani, a fine sfilata: “È una collezione incentrata sulla leggerezza e la liquidità, sulle silhouette essenziali e allungate, sulle tinte come rarefatte, salvo qualche tocco di fucsia“. Prosegue poi, non mancando di rispondere alle polemiche sollevate dai giornali americani sulla moda italiana: “Questi colori tenui a mio parere contribuiscono profondamente a dare eleganza a una donna. Sono molto contento del mio percorso e di tutto quello che è stato fatto anche con Emporio Armani, all’aeroporto di Linate. Ci sarà un altro capito con altrettanta grandezza. Milano ha bisogno della moda e la moda di Milano: la loro unione può fare cose davvero grandi. Le critiche che ci arrivano dai giornali americani? Anche se giuste, anche se guardano solo a piccoli episodi della nostra grande moda, nascondono solo invidia e faziosità. La dimostrazione di tutto questo? La settimana della moda di New York non è più rilevante. È un peccato e dispiace. Forse dovrebbero preoccuparsi di quello“.

Pinella PETRONIO