Le immagini delle dive sul red carpet degli Oscar sono destinate ad accompagnarle per tutto il resto della loro vita e ad esserne testimonianza anche oltre. Non a caso le grandi firme della moda sono disposte a tutto pur di accaparrarsi ogni anno le stelle più brillanti del firmamento cinematografico: alcune destinate a restare per anni, se non per decenni, altre solo per il tempo di un improvviso, e a volte imprevisto, successo.

I giochi del chi indossa chi sul red carpet, del migliore abito, del peggiore sono tra i preferiti dal grande pubblico, milioni in tutto il mondo che seguono la diretta da Los Angeles. Si tratta dell’evento più mondano e glamour dell’anno, a cui, come se non bastassero red carpet, cerimonia, foto in sala stampa dei vincitori, seguono decine di party  sparsi per tutta la città. Un look sbagliato può compromettere l’immagine per sempre, o far passare nel dimenticatoio perfino una vittoria.

Quando Julia Roberts, che pure sui red carpet di crimini nella moda ne aveva commessi tanti, fu candidata per l’interpretazione di Erin Brockovich, sentendosi la vittoria a casa si rivolse all’amico Valentino: a distanza di 13 anni l’immagine della Monnalisa del cinema americano, con in mano la statuetta e indosso uno splendido abito vintage black and withe (indossato nel ’93 da Lorella Cuccarini per il Festival di Sanremo), è ancora viva nel ricordo del pubblico.

Dalle maestre di eleganza di ogni epoca, ossia da Audrey Hepburn a Cate Blanchett, sono tanti gli abiti indimenticabili della storia degli Oscar. E non solo per la loro bellezza. Basta citare lo stravagante look da ballerina di club sofggiato da Cher quando vinse per Stregata dalla luna o Bjork versione cigno nell’anno dell’intenso Dancer in the dark. In ogni caso, difficilmente, e lo diciamo con una punta di orgoglio, le dive hanno sbagliato look quando si sono affidati agli stilisti italiani: Armani, Valentino, Versace i più gettonati per la lunga notte di Hollywood.

Andrea VIGNERI