Quando si parla di stampa a pois le prime cose che vengono in mente, in ordine sparso, sono: l’abito di Minnie Mouse, le pin-up degli Anni ’50 o le soubrette degli Anni ’80. In realtà, pochi sanno, che la stampa a pois – snobbata durante il medioevo perché associati a malattie della pelle ed infettive – deve la sua fortuna ad una nota danza di origine boema, la Polka, che tra il 1840-1890 si diffonde prima in Europa e poi in America, il cui successo portò i produttori dell’epoca a cavalcare questa moda e a coniare il termine Polka Dot.

È negli Anni ’30 che questa stampa raggiunge la moda e si posa sugli abiti, preferibilmente nella versione micro, diventando prima tendenza e poi classico, in grado di attraversare i decenni e di tornare a stagioni più o meno alterne nelle collezioni dei più grandi designer del mondo. Oltre a Minnie Mouse, la stampa deve il suo successo ad Eleanor Roosevelt, a Marilyn Monroe, a Audrey Hepburn, a Brigitte Bardot (che li hanno traghettati nei favolosi Anni ’60) e a Julia Roberts che li ha indossati in Pretty Woman, solo per citare alcuni tra i nomi più famosi.

Moltissimi i designer che li hanno amati e utilizzati nelle loro creazioni decretandone il successo planetario: da Moschino a Rei Kawakubo per Comme Des Garçons, da Marc Jacobs a Miuccia Prada, senza dimenticare Stella McCartney e Gucci. Frizzanti, ironici, divertenti, emblema del vintage, anche per questa primavera estate 2017, ce li ritroveremo stampati, in versione micro e macro, su abiti, gonne, pantaloni, costumi da bagno, scarpe, borse e accessori.

Pinella PETRONIO