Saremo nostalgici, conservatori, poco inclini alle novità, certamente poco al passo con i tempi, ma. Ma quando pensiamo a Sanremo, la verità è che quello che ci piacerebbe vedere sul palcoscenico dell’Ariston è l’eleganza, quella propriamente detta. Per questo motivo non riusciamo a capire il perché di certi rigurgiti punk, di una gioventù ormai lontana, incarnata dalle giacche di pelle indossate da I Decibel. Per questo motivo non riusciamo a comprendere la copiosa presenza di sneakers e T-shirt.

Per questo motivo non riusciamo a capire l’inquietante e massiccia presenza di giacche da cabarettista del varietà, fatte di strass, lustrini, broccati, borchiette dorate, stampe animalier tono su tono e inserti argentati (per informazioni rivolgersi ai pezzi di Pooh presenti in ordine sparso sul palco, a Gianni Morandi o a Mario Biondi). Per non parlare dello spolverino argento di Max Gazzé, vestito come il Divino Otelma in libera uscita, o della giacca di Stash dei The Kolor nei panni del domatore di leoni.

Insomma questa prima serata del Festival di Sanremo 2018 sembra essere stata la serata della ugly jacket. Il dress-code esiste e va rispettato, soprattutto quando si tratta di una serata di Gala in salsa italiana. Non eravamo noi i paladini del buon gusto? I difensori dello stile e della moda? Abbiamo come il sospetto che questo dettaglio sfugga agli artisti in gara all’Ariston, considerando che di questa prima serata salviamo PierFrancesco Favino, impeccabile in Giorgio Armani, così come Fiorello, e ci riserviamo un dubbio sul look di Claudio Baglioni in Ermanno Scervino, perché alcuni dettagli non ci hanno pienamente convinti.

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Decisamente meglio è andata per le donne, trainate da una bellissima Michelle Hunziker che ci ha incantati con quattro abiti di Armani Privé, corredati da meravigliosi gioielli firmati Tiffay&co. Il primo fasciantissimo, con silhouette a sirena e profondissima scollatura, che rivelava un seno da fare invidia ad una quindicenne, il secondo e il terzo, sempre in nero, illuminati da punti luce, e il quarto, per concludere in magnificenza, décolleté, con ampia sovra-gonna vaporosa, color argento, leggero come una nuvola. Straordinario. Divina anche Nina Zilli in un abito bianco, super strutturato, senza spalline, firmato da Vivienne Westwood. Qualcuno ha detto che sembrava una sposa. A noi sembrava semplicemente perfetta. Ci ha convinto meno Noemi che ha indossato una tuta nera effetto guêpière e Annalisa, anche lei in nero, che ha sbagliato completamente la scelta delle scarpe. Azzeccato invece, l’abito della Vanoni nazionale, in bianco firmato Antonio Riva.

Tra gli ospiti abbiamo, invece, adorato il look di Sabrina Impacciatore firmato da Missoni e quello di Carolina Crescentini in abito nero di Gucci impreziosito da un maxi fiocco blu e glitterato. Nell’attesa che gli uomini in gara rinsaviscano e scelgano consapevolmente di percorrere l’onorevole strada dell’eleganza, ci prepariamo ai look di stasera, pregando che il lume della ragione torni a fare visita ai loro stylist.

Pinella PETRONIO