Padre spirituale della Milano Fashion Week. Visionario. Precursore. Un dandy innamorato dell’arte e della vita. Walter Albini è stato tutto questo e sicuramente anche di più. Il suo nome, tornato a riecheggiare sulle bocche degli addetti della moda, per via della recente acquisizione da parte della società d’investimento Bidayat della proprietà intellettuale e dell’archivio del brand inattivo da decenni, è, per chi conosce profondamente la storia della moda, sinonimo di giacca destrutturata, di total look, di antesignane collezioni genderless e di storytelling, prima ancor ancora che diventassero mainstreaming.

Walter Albini. Il talento, lo stilista

Artista poliedrico, Walter Albini è al centro della grande mostra a cura di Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini, che si terrà dal 23 marzo al 22 settembre 2024 presso la Fondazione Museo del Tessuto di Prato. Presentata in occasione della prima giornata di Milano Moda Donna, la retrospettiva Walter Albini. Il talento, lo stilista, rende omaggio al genio dello stilista e pioniere assoluto del Made in Italy, a poco più di quarant’anni dalla sua prematura scomparsa.

Una mostra che rende omaggio al genio dell’artista

La mostra vuole offrire una rilettura di tutto il percorso professionale di un protagonista della moda italiana tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, nata da un lungo lavoro di ricerca condotto dalle curatrici allo scopo di delineare un ritratto dello stilista, per molti oggi quasi sconosciuto. Per la prima volta la mostra affianca a disegni, bozzetti, schizzi, fotografie, riviste di moda e documenti d’archivio, moltissimi abiti, accessori e tessuti spesso inediti e mai esposti, permettendo così di ricostruire l’intera storia creativa di Walter Albini, dalle prime esperienze come illustratore e disegnatore di moda alle ultime collezioni degli anni Ottanta.

Walter Albini, il punto di partenza

Punto di partenza per la realizzazione del progetto è stata la Collezione Walter Albini del Museo del Tessuto, acquisita grazie a una cospicua donazione di Paolo Rinaldi, collaboratore di Albini: un patrimonio che comprende oltre 1.700 oggetti tra bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, abiti e tessuti appartenuti allo stilista, che documentano gli interessi, la creatività e la grande capacità progettuale dello stilista. Insieme a questo patrimonio possiamo trovare anche importanti prestiti provenienti da istituzioni pubbliche come il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma e Palazzo Morando e il Costume Moda Immagine di Milano, e dai prestatori privati, tra cui Archivio A.N.G.E.L.O., Collezione Carla Sozzani – Fondazione Sozzani e Madame Pauline Vintage Archivio. Fondamentale per l’attività di ricerca è stata la collaborazione con l’Archivio storico Camera Nazionale della Moda Italiana conservato presso l’Università Bocconi di Milano oltre all’importante patrimonio documentario su Walter Albini conservato presso lo CSAC di Parma.

La mostra

La mostra si snoda su una superficie di oltre 1.000 metri quadrati e, parallelamente alla carriera da stilista, approfondisce anche altri aspetti dell’estro creativo di Albini, come la passione per il teatro, per il cinema e per il design di interni. Nella sala delle collezioni storiche al piano terra saranno ripercorsi gli anni della formazione, dagli esordi come disegnatore per riviste di settore alle collezioni unitarie, passando per le collaborazioni con Baldini, Krizia, Billy Ballo e Cadette. Al piano superiore, vengono presentate le creazioni a marchio WA presentate a Londra, Venezia e Roma tra il 1973 e il 1974, e capi della seconda linea Misterfox. Infine, nell’ultima sala espositiva del primo piano trovano spazio gli anni da 1975 al 1983 con l’Alta Moda, le collezioni realizzate in collaborazione con Trell, Mario Ferrari, Lanerossi e Lane Grawitz.

Walter Albini secondo Daniela Degl’Innocenti

Daniela Degl’Innocenti, co-curatrice della mostra, commenta così: “La figura di Walter Albini è stata oggetto di una ricerca puntuale e di uno studio interdisciplinare che hanno potuto avvalersi di documenti archivistici inediti, utili a ricondurla nella cultura del suo tempo. La formazione giovanile di Albini, unita a un eccezionale talento naturale, lo vedono protagonista di quella progettualità che, in parallelo allo specializzarsi dell’industria, gli ha permesso di tracciare le linee guida del prêt-à-porter italiano e di costruire, con l’esperienza, l’immagine dello stilista. Oltre ogni mito, il suo percorso professionale segue i tempi della sua ricerca personale”.

Le parole di Enrica Morini

Alle sue parole fanno eco quelle di Enrica Morini, anche lei co-curatrice della retrospettiva: “Studiare di nuovo Walter Albini dopo quarant’anni è stata un’opportunità straordinaria, di cui sono grata al Museo del Tessuto. È stata l’occasione per capire le complessità di un autentico creatore di moda che ha vissuto l’entusiasmo, le fragilità e le contraddizioni di un sistema che sarebbe diventato il Made in Italy, ma che all’epoca stava nascendo e cercando la propria identità”.

 

P.P.

(Credit ph. ufficio stampa)