Non bisognerebbe mai smettere di parlare di prevenzione nella lotta al tumore. Sentiamo spesso parlare di melanoma, ma non tutti sanno di cosa si tratta davvero.

Il melanoma è tumore maligno che origina dal melanocita, la cellula della cute che è preposta alla sintesi della melanina. Si è soliti parlare genericamente di melanoma, quando invece esistono ben quattro tipologie di tumore che hanno caratteristiche diverse, così come la loro diffusione.

A spiegarlo è Ketty Peris, professoressa di dermatologia all’Università degli Studi dell’Aquila, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Archives of Dermatology. Leggiamo così nella ricerca affrontata dalla dottoressa:

«Il melanoma a diffusione superficiale (superficial spreading melanoma, SSM) è il più diffuso e costituisce circa il 60-70% dei casi che vediamo nella pratica clinica nella nostra popolazione; insorge in qualsiasi parte del corpo ma più frequentemente si localizza alle gambe nelle donne e al dorso nei maschi. Cresce prima come una macchia che si allarga centrifugamente e nel tempo si ispessisce, si eleva e nel suo contesto compare un nodulo. Il melanoma nodulare rappresenta il 15-30% dei casi totali: predilige il tronco, e regione testa/collo. Insorge come un nodulo fin dal suo inizio ed ha un’evoluzione rapida e una prognosi sfavorevole. La lentigo maligna melanoma (LMM) costituisce il 5-15% dei casi. Insorge quasi esclusivamente in soggetti oltre i 65 anni di età e si localizza tipicamente nelle sedi foto esposte (volto, collo, dorso delle mani, braccia). Si presenta come una macchia che negli anni si ingrandisce in modo radiale e poi in senso verticale con comparsa di noduli. In particolare, le lentigo solari sono quelle macchie marroni che vengono al dorso delle mani, viso e tronco dopo che ci si è scottati al sole. Infine, il melanoma acrale lentigginoso (5-10%) colpisce il palmo delle mani e le piante dei piedi; è piuttosto raro nella nostra popolazione e più frequente negli asiatici».

La ricerca condotta è stata possibile grazie ai ricercatori australiani che hanno analizzato i dati relativi a 49 pazienti con LMM, 141 con SSM e oltre 200 soggetti del gruppo di controllo.

I numeri hanno mostrato come i fattori associati a queste malattie siano diversi; c’è una maggiore probabilità di sviluppare il melanoma tipo LMM se vi è una tendenza a sviluppare lentigo solari e una storia di tumori della pelle di tipo non-melanoma,  mentre avere tanti nei e una lunga storia di ustioni solari possano favorire lo sviluppo del SSM.

Continua la dottoressa: «I fattori di rischio per il melanoma sono diversi e in genere distinti in “individuali” e ambientali. Tra i primi rientrano un elevato numero di nei, storia familiare di melanoma, fototipo I e II (pelle chiara e occhi celesti/azzurri), numerose lentiggini e condizioni di immunodepressione. Tra i fattori di rischio ambientali sono, invece, da annoverare esposizione alle radiazioni ultraviolette (sole), ustioni solari nell’infanzia e adolescenza. La cosa interessante è che in questo studio vengono distinti i fattori di rischio in base al tipo di melanoma. L’individuazione di diversi profili di rischio permette di pensare e mettere in atto strategie preventive diverse riducendo i rischi relativi a ciascuna categoria di persone».

Prevenire è meglio che curare non è mai stato così vero.

 

Giulia DONDONI