Amicizia: in adolescenza e a 20 anni, si hanno  amici che condividono le nostre stranezze in modi diversi. C’erano i ragazzi del teatro dietro le quinte. C’era il gruppo universitario che passava  le serate di fronte – nemmeno dentro- a un locale. C’erano i migliori amici del primo lavoro che si scambiavano sms convulsi.

Ma da qualche parte tra   avere figli e fare carriera, gestire casa e famiglia, fare amicizia è passato in secondo piano.

La difficoltà di stringere amicizie tra i 30 e i 40 anni ed oltre è un fatto.. Come riportato da The Atlantic , “l’età media in cui incontriamo i nostri migliori amici è 21 anni, una fase in cui non solo ci leghiamo per nuove esperienze formative come il primo amore e il primo crepacuore, ma stiamo anche diventando più esigenti su chi fare amicizia .” Quindi, man mano che il nostro tempo diventa meno disponibile e le nostre vite più complicate, “tendiamo a finire con meno di noi stessi da dare”.

Questo non significa che non si incontrino persone con cui si desideri stringere amicizia. Anzi! A  volte si tenta persino di organizzare un caffè, o un aperitivo, ma poi?

Il problema, sembra essere che non si stia applicando la regola 3:6.

Nessuno ne ha mai sentito parlare? Leggendo qua e là ci siamo informati. Si tratta di identificare un nuovo amico, e  in seguito,  avere tre interazioni significative nel corso di sei settimane, e almeno due di quelle interazioni devono essere, come dicono gli anglofili “IRL” (in real life n.d.r.) Ovvero non sui social media, ma nella vita reale.

Il neuropsicologo e direttore di Comprehend the Mind Dr. Sanam Hafeez concorda sul fatto che questo tipo di frequenza è ciò che forgia una nuova relazione. “Idealmente, se potete riunirvi una volta alla settimana per i primi due mesi e passare il tempo in contesti diversi come una cena, un film, una lezione di ginnastica”, dice, “sarete in grado di vedere molte sfaccettature di quella persona e capire cosa la fa funzionare. Ma soprattutto, sostiene, si tratta di “coerenza del contatto di persona, telefono o altra comunicazione”.

È troppo presto per dire se questa regola 3:6 sia la soluzione per stringere amicizie durature in età adulta.  Potremmo aver superato il punto della vita in cui le amicizie senza sforzo si materializzano semplicemente. Ma forse non è poi così male. Forse non c’è niente di sbagliato nel fare un piccolo sforzo per inventare o formare una nuova amicizia.

Silvia GALLI