Chissà se nel prossimo futuro, tra uomini pigri e relazioni sentimentali più difficili,  i professionisti della parola finiranno per scrivere intense lettere d’amore come accade a Theodore, il protagonista del bellissimo film Lei. Di certo nel prossimo futuro faremo a meno dei grandi carteggi d’amore che ci hanno svelato il lato più intimo e sensibile di grandi personaggi di secoli diversi e che sono un classico della letteratura.

Alcune di queste lettere d’amore sono addirittura imprevedibili: pensereste mai Oriana Fallaci, di cui tutti conosciamo le crude cronache e i taglienti giudizi, capace di scrivere ad un uomo “ti pulirei le scarpe” o “ci sono momenti in cui non mi sembra di avere che te al mondo…”. Eppure queste lettere d’amore scritte dall’accigliata giornalista e scrittrice all’amato collega Alfredo Pieroni esistono. Del resto come insegna Fernando Pessoa:  “Solo coloro che non hanno scritto lettere d’amore sono ridicoli”, versi che oggi suonano come una condanna. Ricordate l’ultima volta in cui avete inviato una lettera d’amore? Ne avete mai scritta una?

Cosa lasceranno ai posteri le grandi storie d’amore del nuovo millennio ai posteri? Gli mail galeotte di amanti che si scrivono zozzerie, #aftersex su Instagram, canzoni d’amore con menzione di nome e cognome dell’innamorato sulle bacheche di Facebook, cuoricini su Whatsaap? Dopo le raccolte di grandi carteggi avremo quelli di messaggi pieni di emoticon che faranno scervellare tra 2000 mila anni gli studenti di un liceo classico del futuro in cui si studieranno le lingue morte come l’italiano?

Lungi da noi criticare gli innegabili vantaggi costituiti dall’evoluzione dei mezzi di comunicazione, la nostra volontà è un’altra: indagare che significano questi piccoli cambiamenti di costume nell’ambito delle relazioni e della vita di coppia. In fondo dietro non di nasconde altro che una questione di tempo. Siamo passati da innamorati che vivevano la trepidante attesa di una risposta ad una lettera d’amore, senza sapere se il destinatario l’aveva ricevuta, l’aveva letta, l’aveva ignorata e sperando di ricevere una risposta nei giorni, nei mesi, negli anni seguenti. C’era insomma l’idea dell’attesa trepidante, si investiva del tempo in un sentimento e in una relazione.

E oggi nell’era del fast sex, del fast “sfidanzamento”, del fast divorzio è il tempo il bene che nessuno sembra volere investire in una relazione. Da “in amore vince chi fugge” siamo passati a “in amore vince chi è online su whatsapp ma non risponde”, le parole d’amore hanno lasciato posto a cuori usati indistintamente tra innamorati, amici, colleghi e conoscenti, e la trepidante attesa è bruscamente interrotta da la notifica che recita “letto”. Qualcosa è cambiato.

Andrea VIGNERI