La nostra Monica Bellucci e l’astro nascente del cinema francese Léa Seydoux, straordinaria protagonista de La vita di Adele, saranno le Bond girl del prossimo titolo della saga dedicata all’agente segreto nato dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming le cui riprese dovrebbero iniziare lunedì a Londra.

A darne l’annuncio la settima scorsa direttamente dai Pinewood Studios è stato lo stesso Sam Mendes che, oltre a confermare il titolo annunciato nei giorni scorsi, Spectre, ha ufficializzato anche la presenza del due volte premio Oscar Christoph Waltz nei panni del cinico e calcolatore Oberhauser.

«Un messaggio criptico dal passato di Bond porta l’agente 007 a seguire una pista per smascherare una minacciosa organizzazione. Mentre M lotta contro le forze politiche per tenere in vita i servizi segreti, Bond tenterà di aggirare numerosi inganni e svelare la terribile verità che si cela dietro Spectre» è stata una delle uniche anticipazioni rivelate dal regista che aveva stregato (e illuso?) mezzo mondo con l’opera prima più devastante degli ultimi quindici anni, American Beauty.

Come detto, il prossimo anno al fianco del veterano Daniel Craig sulla nuovissima Aston Martin DB10 siederanno Monica Bellucci e Léa Seydoux, eredi di una tradizione di Bond girl lunga più di mezzo secolo.

In principio fu Ursula Andress. Meravigliosa cercatrice di conchiglie dallo storico bikini bianco che conteneva a stento le forme prorompenti, l’attrice svizzera – allora ventiseienne, era il 1962 e l’agente segreto più famoso del cinema sbarcava per la prima volta sul grande schermo con Agente 007 Licenza di uccidere – conquistò subito la produzione e ad un esterrefatto Sean Connery non rimase altro che sospirare “Non è possibile, sto sognando”. Insieme si ritroveranno faccia a faccia con il “Drago” di Dr. No, cadranno nella vasca di raffreddamento di un reattore nucleare, verranno catturati e, infine, scapperanno, innamorati of course, a bordo di uno dei gommoncini più famosi della storia del cinema.

Prima italiana a ricoprire il ruolo fu Daniela Bianchi in 007 Dalla Russia con amore – era il 1963 e il pericolo di una guerra nucleare con l’avversario sovietico non era fantascienza dopo la crisi missilistica cubana – in cui interpretava un caporale dell’intelligence sovietica reclutata da Rosa Klebb per portare James Bond a Istanbul al fine di rubare lo Spektor, ma che per poco non finirà avvelenata e il cui futuro rimarrà in sospeso una volta catturata dagli inglesi.

Honor Blackman nel ’64 è Pussy Galore, già il nome è tutto un programma, unica Bond girl più “vecchia” del protagonista – oggi ha quasi 90 anni e non è raro incontrarla per le stradine di Newham -, che si contende le attenzioni di Bond con un’incantevole Jill Masterton in Missione Goldfinger, il primo 007 consacrato dai giurati dell’Academy.

Saltando allegramente un decennio, e gran parte della serie con Roger Moore, è ancora la Guerra Fredda lo scenario principale delle vicende dell’agente segreto al cospetto di Sua Maestà in La spia che mi amava dove Barbara Bach interpreta il maggiore Anya Amasova (“Tripla X” per il Kgb). La carriera non decollarà nonostante la parte, ma alla fine riuscirà comunque ad accasarsi piuttosto bene spossando Ringo Starr.

Aumenta il budget ma calano gli incassi negli Anni ’80, nonostante la sostituzione di Roger Moore con Timothy Dalton, e nel ruolo di Bond girl si avvicendano prima Carole Bouquet e Kristina Wayborn, e successivamente, tra le altre, Talisa Soto e Maryam d’Abo, non sempre con risultati all’altezza della situazione. Visto il calo di popolarità del precedente decennio, negli Anni ’90 la filmografia su 007 si arricchisce di soli tre titoli in cui spicca inevitabilmente Il mondo non basta dove insieme a Sophie Marceau compare anche una miracolata (e poco credibile) Maria Grazia Cucinotta con tanto di giubbotto di pelle e fucile d’assalto dopo l’apprendistato l’anno prima ne I Soprano.

Ad inaugurare il nuovo millennio è Halle Berry – unica vincitrice di un Oscar come miglior attrice protagonista a lavorare con Bond – che quarant’anni dopo omaggia Ursula Andress con un bikini da svenimento. Addio conchiglie e Under the Mango Tree, ma l’effetto sorpresa non è da meno tanto da far schizzare gli incassi de La morte può attendere a quasi mezzo miliardo di dollari. Quattro anni dopo è Eva Green ha sedurre Daniel Craig, per la prima volta in smoking, con un corpo da spavento che la rende perfetta per la parte di Vesper Lynd, un’agente di collegamento alle dipendenze del Ministero del Tesoro britannico affidata al mestiere di Bond in Casino Royale.

(CONTINUA…)

Jacopo MARCHESANO