Chi è a caccia di like su Facebook, lo sappia: a “tirare” sono sempre ed inesorabilmente le ricette, e ancora di più se corredate da semplici e veloci video.

Ultimo esempio è quello di Tasty, pagina Facebook lanciata dal sito americano BuzzFeed, che pubblica video ricette di pochi secondi e che, in soli sei mesi dalla sua nascita, luglio 2015, ha ottenuto ben 32 milioni di “mi piace”, ovvero, per renderci conto dell’enormità, dieci volte quelli della pagina del Washington Post.
I record non finiscono qui, perché a dicembre il produttore del video più popolare è stato proprio Tasty, da cui, nel frattempo, è nata anche una “costola” più raffinata, ovvero Proper Tasty, dedicata alle ricette di alta gamma.

Tutto ciò, però, non basta, almeno per ora, per guadagnare, poiché, ad oggi, Facebook non ha sviluppato un modello business da offrire ai produttori che caricano i video direttamente sulla loro pagina. I gestori di queste pagine si stanno comunque inventando nuovi modi per cercare di “monetizzare” il loro successo, e sottolineano che stanno ottenendo diversi benefici.

Non si tratta, a dire il vero, di video particolarmente scintillanti o di effetto ma, al contrario, di format piuttosto rigidi, che mostrano nel modo più semplice ed immediato possibile le fasi salienti della realizzazione di un piatto, corredati di istruzioni testuali su ingredienti e cottura che appaiono in sovraimpressione. Ovviamente, il risultato finale è spettacolare: presentazione e colori rendono qualsiasi ricetta, anche la più facile, accattivante e “da provare”.

In un periodo in cui il food porn, ovvero l’interesse morboso per la preparazione del cibo, si fa sempre più acceso, i giornalisti, avendo “annusato” l’affare, si stanno attivando per avere, nelle loro testate, una sezione dedicata alle ricette. Qualche esempio? Il New York Times ha una sezione video in cui elenca ricette comuni o ricercate in video curatissimi da meno di due minuti mentre mentre in Italia il Corriere della Sera ha lanciato una sezione autonoma del proprio sito dedicata solamente alla cucina.

Nicholas Carlson, che cura una pagina Facebook che pubblica diversi video di brevi ricette o consigli culinari, ha spiegato la popolarità di queste pagine dicendo che “il cibo è un bisogno umano fondamentale, ma è uno di quei pochi per cui possiamo apertamente parlare in pubblico”.

Incappare in un video culinario non è difficile: come tutti i video postati su Facebook, infatti, partono automaticamente mentre si scorre la propria timeline, e, essendo studiati per “agganciare” l’utente sin dai primi secondi del video e il contesto già stabilizzato di Facebook portano gli utenti a legarsi ai produttori di questi video nel giro di pochi secondi. Cosa significa ciò? Che mettere un like alla pagina di Tasty dopo aver visionato un video per caso, viene spontaneo, molto più che tornare su quella pagina per visionare altre ricette. E con questa modalità i “mi piace” che si accumulano sono davvero tanti. Considerando il clamoroso successo ottenuto da chi ha aperto una pagina food, anche il magazine economico Business Insider ha appena lanciato una specie di Tasty, Insider Food.

L’unico problema rimane la difficoltà di monetizzare questa grossa popolarità, con Facebook che, per mantenere visitatori il più possibile, sta cercando di invogliare i produttori di video a caricarli direttamente sulle proprie pagine al posto che linkare semplicemente i video di YouTube. Finora l’ostacolo più grosso all’obiettivo di Facebook è stata l’assenza di un chiaro modello di business da offrire ai produttori di video, che su YouTube ottengono una percentuale dei ricavi pubblicitari sulla base della popolarità delle loro pagine.

Questione economica a parte, aprire una pagina di brevi ricette può portare ad una maggiore visibilità o permettere di fare una miglior figura con i suoi investitori, come sta accadendo a Business Insider e alla sua pagina Insider Food: aperto da due settimane, ha già ottenuto 150mila like. E se non è business questo…

Vera MORETTI