L’età dei piccoli possessori di cellulari, smartphone e tablet si va sempre più abbassando, e questo suscita ovviamente grandi polemiche.

Ma, forse, c’è un dispositivo, dedicato ai piccolissimi, che potrebbe essere accolto con pareri favorevoli e, in alcuni casi, con sospiri di sollievo.

Il peggiore incubo di ciascun genitore è perdere di vista, anche se per pochi minuti, il proprio figlio. Con tutto ciò che di brutto accade, il terrore che possa essere in pericolo è sempre presente.

Ed è proprio in seguito ad un episodio di questo genere, di un papà che, per qualche minuto, aveva perso dal suo campo visivo il figlioletto di quattro anni, che è nata l’idea di creare un cellulare fatto apposta per i bambini che potrebbero trovarsi in situazioni di pericolo.

Di cosa si tratta? Si chiama bPhone, ed è un dispositivo per bimbi dai tre anni in su, che permette loro di effettuare chiamate a tre numeri preimpostati e al 112, e di farsi trovare nel caso in cui si fossero persi.

L’inventore di questo cellulare, che però non ha altre funzioni oltre le chiamate urgenti, che quindi non può essere definito cellulare né tantomeno smartphone, si chiama Adam James Cavallari, e l’ha pensato insieme a Pietro Paolo Rimonti, amministratore delegato di Giomax Corporation.
Insieme si sono chiesti: “Perché non brevettare un sistema che faccia in modo di poter ritrovare subito un bambino che si perde?”. e la risposta l’hanno trovata con bPhone e la scietà di progettazione e design 21am.

Cavallari ha dichiarato: “Oggi i bimbi sono sovraesposti alla tecnologia fin da piccolissimi ma i dispositivi multifunzione, dagli smartphone ai tablet, non offrono un servizio semplice e chiaro e confondono le idee. Il nostro prodotto vuole comunicare al bambino il vero scopo del telefonino, quello di comunicare con la mamma e il papà“.

bPhone funziona così: per chiamare, basta schiacciare uno dei quattro tasti e, per chiamare, non occorre abbonamento né traffico dati, ma una semplice scheda SIM.
Se il bambino si perde basta che il genitore scriva un sms con il testo “Trova” e bPhone lo geolocalizzerà. In alternativa può essere lui a farsi trovare inviando la posizione via sms tenendo premuto il tasto centrale.

Anche in mancanza di rete il bPhone genera una url attraverso tecnologia Lbs (Location Based Service) che riesce a fare una triangolazione che genera un punto. L’antenna gps del telefonino viene attivata e entro i cinque minuti manda secondo messaggio per dire dove si trova.

Per quanto riguarda durata della batteria e l’attenzione alla salute, Cavallari ha spiegato: “La prima dura due settimane. Le radiazioni elettromagnetiche tipiche dei telefoni cellulari sono ridotte all’osso. L’antenna non colpisce direttamente la testa ma è posta dietro l’altoparlante che scherma. Inoltre il valore sar (quello consentito per la testa è di 1,6 watt/kg) è stato abbattuto a 0,449“.

Vera MORETTI