Mancano ancora cinque giorni al suo termine e ancora, benché siamo quasi tutti ormai tornati alle nostre scrivanie, non riusciamo a rassegnarci al fatto che sia finita. La lasciamo andare a fatica, l’estate. Forse perché sappiamo quanto ci mancherà il mare. Forse perché sappiamo quanto ci mancheranno sole e cielo azzurro, quando tutto si tinge di grigio. Forse perché ci sentiamo più libere da costrizioni indossando abiti bianchi di leggero cotone, lontane dalle divise lavorative. Forse perché viviamo a piedi nudi  (“Ecco, ho capito che le vacanze erano esattamente quello. Non mettersi le scarpe”, scrive Valérie Perrin in “Cambiare l’acqua ai fiori“). Eppure di buoni motivi per amare l’autunno ce ne sono tantissimi.

Struggente malinconia

Stagione che ci traghetta verso il freddo dell’inverno, l’autunno è forse fra tutte le stagioni quella più malinconica, proprio perché si porta dietro la nostalgia dell’estate, o forse perché le giornate che cominciano inesorabilmente ad accorciarsi ci fanno sentire la mancanza di quella luce che durante la calda stagione avvolge ogni cosa. Ed è forse questa sua struggente, nostalgica malinconia uno fra i buoni motivi per amare l’autunno.

E vi assicuriamo che non stiamo cercando di convincerci e convincervi a vedere il bicchiere mezzo pieno per non lasciarci-vi sopraffare dalla tristezza.

Buoni motivi per amare l’autunno

I colori. Il bordeaux, il giallo, l’arancione, il marrone sono i colori che incendiano lo scenario autunnale. Uno scenario che parla di cambiamento, di pazienza, di resilienza e attesa. Uno scenario che sembra uscito da una fiaba, dalla pagina di un romanzo.

La pioggia. O la si ama o la si odia. Ma nessuno può negare il fascino quieto del rumore della pioggia che batte sui tetti delle case, scorrendo sulle finestre che si affacciano sulla città addormentata. Terapeutico.

I paesaggi. Foliage che giocano con il giallo, l’arancione, il rosso e il ruggine. Tramonti che infiammano il cielo con una luce che scolora troppo velocemente.

L’odore delle caldarroste. È una vera Madeleine proustiana. Coglie d’improvviso, mentre si passeggia trafelati, stretti nel bavero del cappotto, con il naso infilato dentro alla sciarpa di cashmere, e ti porta lontano nel tempo. All’infanzia, ad un primo innamoramento, ad un momento felice.

Il vino rosso. L’estate è la stagione delle birre fredde e dei bianchi ghiacciati. Ma non c’è nulla di più confortante che tornare a casa, togliersi le scarpe, sdraiarsi sul divano e lasciare sciogliere una lacrima di corposo vino rosso sulla lingua.

Le tisane calde. Ma anche i tè. Magari al rientro di una fredda e faticosa giornata di lavoro. Da sorseggiare sotto al plaid, leggendo un libro che fa bene alla testa e al cuore, alla luce di una candela che riempie la casa del suo profumo.

Il cinema. Quelli all’aperto hanno il loro fascino. Ma è indubbio che in estate la voglia di rimanere seduti per quasi due ore è poca. Quando arriva il freddo, invece, torna anche prepotente la voglia di perdersi in un buon film.

Serie TV e divano. Quelle serate in cui piove forte. Quelle serate di grande stanchezza. Quelle serate che anche no. Il divano, il plaid e una serie TV su Netflix possono essere una coccola, una cura per un cuore stanco.

P.P.

(Credit ph. cover @zuccaviolina)