Oggi, 25 aprile, uffici e scuole sono chiuse e, essendo lunedì, in molti si stanno godendo i benefici del “ponte”, che, al contrario delle previsioni catastrofiche, sta regalando sole e caldo un po’ dovunque.

Ma, vacanza e relax a parte, sappiamo tutti perché questo giorno è festa nazionale? Per rinfrescare la memoria circa i fatti avvenuti alla fine della seconda guerra mondiale, che culminarono, appunto, il 25 aprile 1945, con il definitivo crollo del regime nazifascista ad opera dei partigiani, si può ricorrere ad una filmografia particolarmente nutrita, che ben spiega cosa avvenne in quei terribili anni.

Noi di Bellaweb abbiamo deciso di rispolverare la memoria consigliando qualche titolo tra quelli più conosciuti, anche perché siamo sicuri che, al di là del titolo e di qualche spezzone, raramente ci siamo fermati a guardarli tutti. E sarebbe un vero peccato, perché in alcuni casi si tratta di veri capolavori.

Cominciamo da Roma città aperta di Roberto Rossellini, ambientato nella Capitale, in mano alla Gestapo e, quindi, terrorizzata da un’atmosfera cupa ed irreale.
Un prete accetta di aiutare un capo partigiano comunista, facendolo rifugiare in casa di un operaio la cui donna viene uccisa quando, nel corso di un rastrellamento, corre dietro il camion tedesco sul quale è stato trascinato il suo uomo, in una scena rimasta negli annali della storia del cinema.
Per colpa dell’amante del partigiano, una ballerina schiava della droga, anche gli altri due cadranno vittime dei tedeschi: il partigiano morrà dopo atroci torture e il sacerdote verrà fucilato.

Una donna protagonista de L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo, tratto dal romanzo di Renata Viganò che nel 1949 vinse il premio Viareggio e fu subito considerato uno dei testi più genuini della letteratura partigiana. Il film narra le vicende di una contadina forte e fiera, Agnese, che uccide un tedesco per vendicare il marito morto in un campo di deportati, entra come staffetta nella resistenza, spera in un futuro più giusto e in un mondo migliore, ma muore poco prima della liberazione e della vittoria sul fascismo e sul nazismo.

Johnny è il protagonista de Il partigiano Johnny di Guido Chiesa. Si tratta di uno studente di letteratura inglese, che ritorna ad Alba all’indomani dell’8 settembre. Essendo un disertore, è costretto a nascondersi in una villetta nelle vicinanze della città e ben presto si addentra nelle colline delle Langhe e si unisce ad una banda di partigiani. Ma, se nella sua immaginazione la resistenza era vissuta in maniera quasi poetica, ed ovviamente eroica, deve scontrarsi con una realtà che lo costringe a fare i conti anche con la praticità e la pericolosità di una scelta del genere.

Il più recente, almeno tra quelli che abbiamo voluto ricordare, è Sanguepazzo , di Marco Tullio Giordana.
I protagonisti, ritrovati cadaveri all’alba del 30 aprile 1945, sono Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, giustiziati poche ore prima dai partigiani.
I due erano una coppia celebre nella vita e anche nello schermo, diventati famosi anche per la loro esistenza sregolata, fatta di droga e promiscuità. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il paese si spaccò in due e i tedeschi da alleati si trasformarono in esercito d’occupazione, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò, ultima incarnazione della follia mussoliniana.
Quando i partigiani riuscirono a stanarli, cercarono di negare tutto ma per loro non vi fu via di scampo.

Vera MORETTI