Quando i rullini li pagavi col cavolo che ti mettevi a fotografare i piatti di affettati agli aperitivi“, recita così un vero tormentone in rete che vuole ironicamente prendere in giro chi posta foto di ogni cibo possibile e immaginabile su Facebook ma soprattutto su Instagram. Eppure c’è chi della food photography è riuscito non solo a farne un’arte ma anche un mestiere, servendosi del social network per raccontare la propria passione.

Testimonianza di questo grande successo, che sembra non conoscere crisi, sono gli hashtag legati al mondo della food photography che spopolano su Instagram, e il successo che le foto di cibo riscuotono, ottenendo molti più like di qualsiasi altro scatto, diventando una sorta di termometro per capire ingredienti e i colori del momento. Ma soprattutto il continuo e costante proliferare di locali che, da ogni parte del mondo, sembrano nati allo scopo di essere instagrammati, incentivando scatti e condivisioni.

Ma fotografare il cibo non vuol dire semplicemente accumulare like e consensi, la food photography deve raccontare qualcosa di chi scatta la foto, sintetizzarne lo stile, deve distinguersi dalla marea di altre immagini legate al tema food, e deve suscitare in chi guarda foto voglia di mangiare il piatto fotografato.
Food photography

L’arte di fotografare il cibo

Attento alle tendenze e ai fenomeni nate e cresciute sui social, Wiko, marchio di telefonia portavoce del “lusso democratico”, ha chiesto ad alcune food blogger italiane di raccontare quali sono i segreti della food photography, quali le cose da fare e quali le cose da non fare.

Francesca D’Agnano, penna e obiettivo di Singerfood, sostiene che per prima cosa bisogna: “Non fotografare mai ciò che non mangeresti, il racconto mancherebbe di obiettività fotografica e verbale”. E poi aggiunge anche che interessante per chi osserva non è soltanto il piatto finito ma anche il making of, la preparazione: “Osservare la preparazione di una ricetta attraverso il filtro della macchina fotografica mi fa diventare parte del processo creativo”.
Food photography

Food Photography e pasta

Partendo poi dall’assunto che magari sarebbe meglio evitare di fotografare piatti di plastica usa e getta, e tovaglioli di carta, Roberta Castrichella, food blogger e food stylist, in arte RobySushi, dichiarando il suo profondo amore per i primi piatti a base di pasta, ribadisce che anche il contesto è molto importante: “A livello di styling danno l’opportunità di essere impiattati in molteplici modi e di giocare con i colori. Se poi gli stessi piatti si inseriscono all’interno di una ricca tavola imbandita, il gioco è fatto”.

Food photography e dolci

Se poi dovessimo pensare a quali cibi, vanno per la maggiore, sicuramente non potremmo non parlare dei dolci. Moltissimi sono infatti i food influencer amanti delle colazioni, che riescono a rendere speciale e bellissimo il momento del risveglio. Ilaria Vita, blogger e storyteller, nota su Instagram come Pepitepertutti, appassionatissima di dolci, sostiene: “Inseriti all’interno di un set colorato e luminoso rendono lo scatto bello e condivisibile”. Tessuti, tovaglie, fiori o oggetti di scena, donano poi carattere e originalità.

La sostenibilità

Paola Buzzini di SoupOpera , invece, fan di scatti minimalisti ed essenziali, preferisce non aggiungere troppi elementi, e soprattutto ama utilizzare i suoi scatti anche per parlare di sostenibilità, tema attualissimo e che Paola ha scelto di raccontare nel progetto STRAFOOD insieme a Luisa Manfrini: “Il cibo è un punto di partenza per parlare di un circolo virtuoso. Gli ingredienti vengono valorizzati e suggeriamo degli utilizzi alternativi, non solo in cucina”.

Food Photography: Come scattare quindi una bella fotografia di un piatto appena arrivato in tavola? Quale angolazione preferire?

Sul punto di vista, le quattro food blogger dichiarano all’unanimità la predilezione per lo scatto zenitale o, comunemente detto, dall’alto. È il punto di vista di chi è in piedi e abbassa lo sguardo per vedere cosa c’è in tavola. Perfetto per adattarsi tanto a set ricchi di dettagli che per cogliere l’anima di uno styling più minimale.

Cosa evitare?

Roberta suggerisce alcuni accorgimenti di base: “Non scattare in posti con poca luce utilizzando il flash, o anche fotografare in cui c’è una luce diretta troppo forte, come ad esempio sotto al sole, poiché si avrebbero ombre troppo forti sul piatto. È meglio optare per una luce diffusa, soprattutto se si è alle prime armi.” Secondo Ilaria, invece: “Importante evitare anche close up troppo ravvicinati: possono svelare quelle piccole disattenzioni e sbavature che possono compromettere la qualità e la pulizia dello scatto”.

P.P.