Siamo di quella generazione cresciuta a latte e Nesquik, BimbBumBam alle quattro del pomeriggio, canzono di Cristina D’Avena e Puffi. Quei magici e minuscoli ometti blu, con cappello e pantaloni bianchi ci inchiodavano davanti alla televisione, più di qualsiasi altro cartone animato. Attendevamo con ansia e trepidazione che partisse la sigla, che conoscevamo a memoria in tutte le sue versioni, per scoprire se il malvagio Gargamella sarebbe riuscito a catturarli e quali straordinarie avventure sarebbero capitate nel loro piccolo villaggio, le cui case erano a forma di fungo.

Ancora oggi, se capita di vederli per caso in Tv non riusciamo a trattenerci dal fermarci almeno cinque minuti, consapevoli che sappiamo come va a finire quella puntata, consapevoli che stiamo per intraprendere un viaggio nel tempo alla riscoperta di quel io bambino a cui guardiamo con tenerezza. Per questo oggi, che i Puffi compiono sessant’anni, non possiamo che pensare a loro con immenso affetto, simbolo come sono della nostra infanzia più o meno lontana.

Per questo e perché nonostante i sessant’anni sono ancora “giovanissimi” e amati dalla nuove generazioni come se gli anni non fossero passati. Per questo e perché sono riusciti il loro linguaggio era riuscito ad entrare nel nostro (tutti almeno una volta abbiamo usato il verbo “puffare”). Per questo e perché sono riusciti anche ad ispirare il gusto di un gelato (il famosissimo quanto inquietante gusto puffo di colore blu, di cui ancora oggi ci chiediamo quali siano gli ingredienti). Per questo e perché il termine puffo è riuscito a diventare, per antonomasia, sinonimo di persona bassa.

Per celebrare Grande Puffo, Puffetta, Quattrocchi, Tontolone e tutti gli altri folletti blu, Wowmuseo del fumetto di Milano, ha inaugurato la mostra – visitabile fino al 25 novembre – Mondo Puffo, che racconta il mito dei puffi dalle origini fino alla consacrazione del successo, svelando curiosità e luoghi topici (il villaggio, la diga, il ponte, il fiume, il castello di Gargamella, il campo di puffbacche), portandoci anche in un villaggio degli Anni ’80 fatto da puffi, cassette e accessori da collezione della serie Schleich.

La mostra vedrà esposti giornali rari dagli archivi della Fondazione Franco Fossati, tra cui l’originale del numero di Spirou con la primissima apparizione in assoluto (1958) e i numeri di Tipitì (1963) con la prima apparizione italiana ancora col nome di Strunfi, fino alle storiche storie pubblicate sui volumi cartonati e sul Corriere dei Piccoli dal 1964 e l’omaggio de Il Giornalino per i 50 anni: le origini, la storia editoriale, ma anche la musica e lo straordinario “linguaggio puffo” studiato addirittura dal grande Umberto Eco. Un percorso inedito e divertente per raccontare questi simpaticissimi personaggi e il loro universo pieno di magia e fantasia, augurando tutti insieme Cento di questi puffi!” (Museo Wow).

 

Pinella PETRONIO

Mondo Puffo
Dal 23 ottobre al 25 novembre 2018
Orario: da martedì a venerdì, ore 15:00 – 19:00; sabato e domenica ore 15:00 – 20:00. Lunedì chiuso
Aperture straordinarie: 1-2 novembre
Ingresso libero
EVENTO sabato 27 ottobre: Sandro Dossi disegna i puffi per il pubblico, dalle 15:30 alle 17:30