Ma incominciamo dall’inizio. Domenica 20 agosto è partita la messa in onda del primo spot sugli oggetti di piacere, soprattutto, femminile sulle emittenti televisive nazionali Mediaset e La7 (forse per la televisione di Stato è ancora un po’ presto!) dopo un mese di rodaggio sul digitale terrestre.

L’azienda è  mysecretcase.com: lo shop online dedicato al piacere delle donne che, per primo in Italia ha promosso una nuova idea di sessualità ed intimità, femminile e di coppia, in collaborazione con  Cookies&Partners, l’agenzia che si è occupata dell’ideazione e della realizzazione di uno spot semplice, elegante e raffinato che mai scade nel volgare.

Il claim della campagna è “Vogliamo un mondo in cui le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti” “Una piccola rivoluzione in cui la donna, non è oggetto, ma soggetto– dice Francesca Mudanò, direttore creativo e copywriter dell’agenzia-Un paradigma che è tempo di ribaltare e che coincide perfettamente con la mission diMySecretCase, e cioè quella di far sì che le donne si riapproprino della loro sessualità e del proprio piacere liberamente. Da qui, il messaggio chiave di tutto lo spot”

Tutto bene, diremmo noi, se non fosse che lo spot dei sex toys  ha subito scatenato le polemiche, soprattutto del Moige (movimento italiano dei genitori) per la messa in onda anche in fascia protetta.

Ora, se è vero che è fondamentale prestare attenzione a quello che guardano i minori, in televisione, ma non solo, è altrettanto vero che è ora di fare cadere questo tabù.Pensavamo che fosse bastata Carrie Bradshaw a sdoganarlo  in una esilarante puntata di Sex and The City, che le frasi di Linda Christian in tempi non sospetti l’avessero reso accettabile anche ai più morigerati (felicità è un bicchiere di champagne e uno di quegli oggetti nella borsa)  e che il meraviglioso film Hysteria l’avesse istituzionalizzato. Ci sbagliavamo.

Infine ci viene da supporre che per essere commercialmente vantaggiosa, la pianificazione dei sex toys di Mysecretcase.com sarà prevista  all’interno di spazi in cui sono gli adulti, ancorché giovani,  il target di riferimento e ci stupiremmo abbastanza se fosse un intermezzo tra due puntate di Masha e Orso, no?

Silvia GALLI

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