Nel nostro viaggio alla ricerca delle donne che hanno fatto la storia dello scorso secolo non poteva mancare il capitolo dedicato a Margaret Campbell.

Un mostro di egoismo, una socialite raffinata una mangia uomini senza scrupoli la figura più scandalosa della società britannica.  Sono le definizioni che hanno accompagnato la vita della duchessa di Argyll  Nel 1963 Il suo divorzio dall’11esimo Duca di Argyll,è stato l’apice della sua fama come regina del gossip nel Regno Unito, una figura elegante ed  imbarazzante al tempo stesso. 

L’età giovanile 

Figlia unica di  Helen e George Hay Whigham presidente di una multinazionale chimica, si trasferì a New York con la famiglia nel 1913  e fu educata alla Hewitt School. Aspirando alla scalata sociale attraverso un titolo nobiliare, Margaret venne introdotta negli ambienti più consoni. Questo ha fatto sì che il figlio dell’Aga Khan, Aly volesse sposarla nonostante la giovane età e la religione cristiana.

Durante una vacanza nel Regno Unito, vista la precocità della ragazzina la madre le diede una lezione decisamente sui generis di educazione sessuale. “il sesso è una cosa terribile che le donne devono sopportare”, le disse, “chiudiamo gli occhi e lo sopportiamo”. Magaret passò la vita a confutare questa tesi.

Il primo amore fu David Niven che, dopo la vacanza la lasciò (senza saperlo) incinta. L’aborto fu ovviamente clandestino e lo scandalo messo a tacere in men che non si dica.
Tutti se ne dimenticarono oppure finsero di farlo. Il suo debutto in società fu salutato dalla stampa con toni entusiastici: la scrittrice Barbara Cartland la definì “la più bella debuttante di ogni tempo”.

Margaret Cambell era abilissima a dare di sè la migliore immagine possibile. Inventò una posizione inclinata, con le spalle leggermente in avanti che da allora prenderà il nome di “Deb Slouch”.

I matrimoni

A poche settimane dal suo debutto annunciato il suo fidanzamento con Charles Guy Fulke Greville, settimo conte di Warwick, ma il matrimonio fu annullato. Lei si era innamorata di Charles Sweeny, un finanziere e golfista dilettante americano. I due si sposarono nel 1933, a Londra con una cerimonia che aveva attirato talmente tanti curiosi da dover chiudere Knithsbgidge per alcune ore.

Margaret Campbell  rimase incinta subito, ma la bimba nacque morta. Nel 1937 però, diede alla luce la figlia Frances Helen, nata sana nonostante la  caduta rovinosa durante la gravidanza. LA socialite rischiò nuovamente di morire, tre anni dopo. Entrata nell’edificio del suo podologo, imbocco distrattamente la porta dell’ascensore, che al tempo si apriva anche se non era al piano, e precipitò giù nella tromba per dodici metri. La paura della morte le cambiò la vita e la dotò di un’insaziabile voracità sessuale. Ebbe molte relazioni con uomini facoltosi quando divorziò da Sweeny. Finchè nel 1951 sposò i Ian Douglas Campbell, Duca di Argyll, signore di Inveraray Castle.

I due avevano tutto quello che si poteva comprare, tranne, appunto, la classe. Appartenevano a due mondi diversi, lei sempre nei salotti londinesi, lui nelle Highlands. a quel punto iniziarono a tradirsi, erano molti i nomi nel carnet di Margaret: nomi altisonanti che conducevano una vita a dir poco licenziosa.

Divorziarono nel 1963 e lei fu accusata di avere avuto 88 amanti. Il  pezzo forte del dossier era “The Haeadless man”  una collezione di Polaroid  della duchessa che, vestita solo della sua collana di perle, compiva atti sessuali con un altro uomo la cui testa non compare mai.

La duchessa non rivelò mai il nome dell’uomo, anche se le congetture furono moltissime.

Gli ultimi anni 

Dopo la morte del padre Margaret Campbell  sola, sperperò tutta la sua ricchezza e furono il primo marito e i figli a metterla dapprima in un appartamento e poi, quando non fu più autosufficiente, in una casa di cura.  Morì per una caduta, banale, dal letto.

Di lei ci rimane una citazione, che è uno spaccato della sua personalità.

Sempre un barboncino, solo un barboncino! Quello e tre fili di perle!” lei disse. “Insieme sono assolutamente le cose essenziali nella vita.”

Silvia GALLI