Ogni tanto fa bene ricordarlo che noi donne viviamo dalla parte “giusta”del mondo, quella in cui possiamo vestirci come vogliamo, dire quello che pensiamo e soprattutto, anche se non sempre, possiamo fare carriera (quasi) come gli uomini.

Beh, che non sia stato sempre così lo sappiamo bene, ma forse non tutti conoscono la prima vera working girl italiana, una donna che è vissuta troppo poco, ma che ha segnato nitidamente la rotta a tutte le donne, non solo quelle in carriera: Marisa Bellisario 

Classe 1935, piemontese, di Ceva, un paese in provincia, Marisa da  neolaureata in Economia e Commercio entra in Olivetti (1959) e subito va  a  Milano ad occuparsi di computer, allora un universo inesplorato e per temerari. È la prima scommessa che, da donna intraprendente, decide di raccogliere.

A metà degli anni 60 sbarca in America e inizia un percorso che a porta dalla Honeywell fino a diventare grazie a Carlo De Benedetti, Presidente della “Olivetti Corporation of America”, risanandone in breve tempo il pessimo bilancio

Nel 1981 torna  in Italia per prendere le redini dell’Italtel, azienda pubblica in gravissima crisi:  nonostante abbia tutti contro, sindacati in primis, la Bellisario compie scelte coraggiose e da un complesso di aziende pronte alla rottamazione, trasforma letteralmente l’Italtel in un’azienda elettronica moderna, dinamica e all’avanguardia.

Nell’86 è manager dell’anno, ma dovrà combattere ancora contro enormi pregiudizi, come per la  vicenda della Telit, che avrebbe dovuto nascere dalla fusione di Italtel e Telettra, azienda Fiat del settore, ma che non nacque per l’ostinazione della Fiat nel negare a una donna, l’incarico di Amministratore Delegato.

Se un brutto male non se la fosse portata via nel 1988, Marisa che ha continuato strenuamente a lavorare fino all’ultimo, avrebbe sicuramente raggiunto vette ancora più alte.

Lei non è solo la manager “dura ma corretta”,  è anche la donna che rivoluziona l’immagine in grigio degli A.D.con la sua fermezza e sensibilità, civetteria e piglio manageriale. E’ sulle copertine delle riviste più patinate con vestiti alla moda e pettinature quanto meno ardite.

Il suo rimpianto? Non aver fatto di più per le donne “Non ho vissuto da protagonista il femminismo nei suoi anni più caldi”, dice nella sua autobiografia, non è vero, però. Grazie a lei aumenta sensibilmente il numero delle laureate in azienda (all’Italtel passano dal 5% al 27% in brevissimo tempo). Fa parte della Commissione Nazionale per la parità tra uomo e donna, istituita nell’84 dal governo Craxi diventando presidente della sezione nuove tecnologie perché “la tecnologia è il migliore alleato che la donna abbia mai avuto”

Marisa Bellisario è la dimostrazione che l lavoro, i sacrifici e la fiducia in se stesse, permettono di arrivare dovunque si vuole; non promette strade in discesa. “Per una donna fare carriera è più difficile ma è più divertente”, scrive. Nel suo modello di vita e di lavoro non c’è posto per differenze di sesso ma di valori.

Una pioniera, la prima tra le workaholic, sicuramente una donna intelligente e sensibile di cui si parla ancora troppo poco.

 Silvia GALLI

Fonti bibliografiche : http://www.fondazionebellisario.org