Protagonista assoluto della serata è stato l’errore delle buste, mai capitato in 88 edizioni. Tutto era filato liscio, poche le annunciate proteste anti Trump, giusto un tweet del presentatore rivolto al Presidente e poche altre battute, poi, nel gran finale, al momento clou della serata, quando tutta l’attenzione era catalizzata su Warren Beatty e Faye Dunaway con in mano la busta contenente il miglior film, ecco il patatrac.

Warren Beatty prende tempo, passa al busta a Faye Dunaway che rivela la vittoria, annunciata, peraltro, del musical La La Land: baci abbracci, commozione durata venti secondi, poi lo stesso produttore Jordan Horowitz, chiama sul palco il collega, regista di Moonlight e mostra la busta con il vero vincitore “Venite ragazzi, avete vinto voi” dice a uno stupefatto Barry Jenkins: ha trionfato dunque il film drammatico che racconta le tre età di un ragazzo nero nei sobborghi di Miami.

La La Land che si pensava avrebbe sbancato, si è dovuto, per così dire, accontentare di 6 premi, il più importante dei quali è andato ad una meravigliosa Emma Stone nel ruolo di attrice protagonista “Ho ancora da crescere“: la bella attrice dell’Arizona si è dimostrata anche umile.

Un Casey Affleck visibilmente emozionato ha ritirato la statuetta come miglior attore protagonista per la sofferta interpretazione di Manchester by the sea.

Fuocoammare, nominato tra i documentari è rimasto a bocca asciutta, tuttavia un premio parla la nostra lingua: Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini insieme a Christopher Nelson sono stati premiati per il trucco in Suicide Squad. Un inno alla convivenza nelle diversità ha vinto il premio come miglior lungometraggio di animazione: Zootropolis.

Una cerimonia segnata da un errore marchiano dunque, che la critica e la stampa internazionale non ha esitato a definire come la peggiore edizione di tutti i tempi. Come dare loro torto? L’ ironico presentatore Jimmy Kimmel  ha amaramente chiuso la serata dicendo: «Sapevo che avrei fatto casino. Prometto di non tornare mai più».

Ecco, questo è successo agli Academy Award, sicuramente nel giro di un paio di giorni non se ne parlerà più, potremmo dire la stessa cosa se l’errore fosse capitato sul suolo italiano?

In gallery un assaggio del red carpet (photo courtesy of InStyle magazine) 

Silvia GALLI