Tutti sappiamo vero che cos’è il dating? Per quei pochi che non ne fossero a conoscenza si tratta dell’attività per cui due persone si danno la possibilità valutano la loro idoneità come partner in una relazione sentimentale.

Può essere una forma di corteggiamento e a volte è visto come un precursore di un’ eventuale  relazione – prima di essa della situationship – fidanzamento o addirittura di un matrimonio.

L’argomento “è difficile fare dating” è sulla bocca di tutti, anzi soprattutto di tutte: quando mai gli uomini si preoccupano più di tanto?

Abbiamo letto la riflessione di un noto psicologo americano che ci è sembrata particolarmente interessante: “La cosa migliore che si può fare è pensare molto di più a ciò che l’altra persona può portare nella nostra vita invece di preoccuparsi di piacere  al possibile partner” 

In teoria è talmente ovvio da essere banale, sii egoista ed ego riferita, almeno un po’ e poi vedrai che vivrai meglio. Già, ma poi li nostri curriculum raccontano storie bene diverse.

Capita spesso a noi donne di accorgerci di non essere interessate a chi abbiamo davanti ma non riusciamo a non sforzarci per non farlo essere un buon appuntamento, a suggerire un altro drink quando l’unica cosa che vorremmo fare è tornare a casa veloci come pantere.

Cortesia? Forse, in ogni caso non è una grande strategia, soprattutto perché quando percepiamo che l’appuntamento è un potenziale disastro, ricordiamocelo, anche chi è con noi probabilmente lo sta percependo! Inutile, quindi sprecare del tempo con chi tra dieci minuti non ricorderà nemmeno il nostro nome.

Naturalmente, questo non significa che non dobbiamo cercare di proporre la migliore versione di noi stesse quando incontriamo qualcuno di nuovo e non solo nel senso romantico del termine.

Ammaliare, cercare di essere al meglio di sé è nella nostra indole di donna, ma, come si dice, senza esagerare. Non dobbiamo per forza piacere a tutti – e questo vale soprattutto in ambito romantico-

Questo psicologo ci dà il permesso di essere un po’ più egoisti e, soprattutto di capire che indipendentemente da chi abbiamo davanti, noi valiamo per quello che siamo: come si dice:”prendere o lasciare”!

Silvia GALLI