Ebbene sì, ci siamo anche questa terza serata è andata. La serata delle cover, quella che in questa edizione ha celebra to i 70 anni del Festival  è la più amata dal pubblico di tutte le età e anche quest’anno non ha tradito le aspettative.

Prime buone, per non dire buonissime notizie: sul palco ci sono i fiori di Sanremo– negli anni 80 erano garofani, poi la politica potè più delle serre-quei fiori che cambiarono  fino a scomparire quasi, come nelle scorse edizioni.

CI rallegriamo di rivederli, esattamente come ci rallegriamo del fatto che Amadeus abbia deciso di partire “lancia in resta” alla volta dei 24, si signori, 24 duetti previsti.

Il primo a salire sul palco è uno Zarrillo da yacht club con tanto di doppiopetto d’ordinanza capello perfettamente coiffato. (sui social è diventato virale il tweet “Ma ha fatto a tempo a tornare in albergo? ha cantato praticamente due ore fa…” ) 

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La prima parte della serata ha un buon ritmo, i cantanti si susseguono velocemente con un ritmo che cattura l’attenzione non fosse per i prevedibili, scontati, e banali ai limiti dell’imbarazzante, siparietti del padrone di casa.

Monco della ormai consolidata spalla:Fiorello, Amadeus ha a che fare con bellezze stratosferiche che, onestamente fatica a gestire.

La prima è Georgina Rodriguez, meglio nota come signora CR7: la compagna del fuoriclasse juventino, che peraltro non parla una parola della nostra lingua, è protagonista di un siparietto a tema calcistico che culmina con il presentatore che al tuxedo Gai Mattiolo animalier sostituisce una maglia juventina e interista.

Peccato, in un festival che vuole celebrare le donne, non trovare un tema da dedicare a Georgina in quanto persona, e non in quanto moglie di ,è davvero triste.

La seconda bellissima sul palco è Alketa Vejsiu,,volto noto della tv albanese che spiazza Amadeus con una parlantina degna del miglior Bonolis per 4 lunghi minuti. Il suo è un inno alla gioia di essere donna e di essere cittadina del mondo e, a lei va il plauso di essere una vera professionista.

Del monologo di Benigni se n’è parlato troppo prima, durante e dopo i lunghissimi 40 minuti che, ancorché pregni di cultura classica, non convince.

Tra i duetti colpiscono per la raffinatezza Raphael Gualazzi e Simona Molinari, coppia rodata che non sbava mai e che regala una meravigliosa versione di “E se domani”.

Risollevano l’atmosfera i Pinguini tattci nucleari con Riccardo Zanotti- la voce- in color block rosa che dà vita a un medley divertente, dissacrante ma mai irrispettoso.

Enrico Nigiotti ,in coppia con Simone Cristicchi ,porta Ti regalerò una rosa torna ad essere il Nigiotti intimista che abbiamo conosciuto lo scorso anno e ci convince sempre di più.

in aggiornamento

Silvia GALLI