Alle 20,57 è già sceso dalla scalinata il primo cantante. Non ci sembra vero. E niente meno che Achille Lauro, vestito, ops svestito Gucci. La performance è un omaggio nemmeno troppo velato a Billy Idol, la canzone … un plagio… di se stesso. Però ci piace, il suo essere fuori dagli schemi ha subito scaldato gli animi e le dita sui social.

E diciamolo ha scaldato più lui di Ornella, signora della serata, che della navigata attrice ha ben poco oltre agli abiti stupendi di Francesco Scognamiglio ed è apparsa incredibilmente impacciata.

Noemi, sempre in gran forma in Alberta Ferretti e la canzone già al primo ascolto non sembra affatto male, la penna di Mahmood si sente forte e chiara.

Gianni Morandi visibilmente e comprensibilmente emozionato sfoggiava una giacca da smoking decisamente perdibile, ha portato sul palco dell’Ariston un brano di Jovanotti e tutti eravamo pronti a saltare sul divano. E invece…. Più fatti mandare dalla mamma che l’Ombelico del mondo.

Arriva MIchele Bravi, con un look un po’ Brandon Lee ne Il Corvo e un po’ Edward Mani di Forbice e  non tradisce le aspettative. Poetico come sempre.

Per far ballare l’Ariston, tutto quanto, alla faccia del Covid, alla faccia delle mascherine solo loro: i Maneskin. Che sono sul tetto del mondo e se lo meritano l’hanno ampiamente dimostrato, non appena hanno intonato la prima nota. Ce li meritiamo tutti, anti convenzionali, scenografici e molto rock and roll.Coraline, che è il secondo pezzo che hanno proposto, è davvero meraviglioso, sapendo che l’avevano già pronta per lo scorso Sanremo Li troviamo davvero coraggiosi a non averla presentata in quell’occasione. Bravi ragazzi, buona vita.

Mahmood e Blanco, look cappa e spada a parte, sono sorprendentemente bravi e hanno un pezzo da brividi. Possiamo dire podio? Sicuramente diciamo radio!

L’arrivo di Ana Mena è un mesh up di Britney prima maniera, Jenny from the blocks, Violetta e wanna be Anna Tatangelo, la canzone dalle vibrazioni balcaniche, onestamente, potevamo anche perderla. Senza rammarico.

A Dargen D’Amico che si lamenta di essere in scaletta dopo Damiano..gli .possiamo dar torto? Certo che no.  E poi invece la canzone ha il ritmo e le carte in regola per essere la canzone allegra che non manca a nessun festival. Peccato er lui che ha la verve  e la presenza scenica di un messo comunale.

Articolo in aggiornamento

Silvia GALLI