Giovedì scorso, 19 novembre, è stata inaugurata a Milano, presso gli spazi di Forma Meravigli, la mostra dedicata alla fotografa Vivian Maier, diventata famosa ed apprezzata per i suoi scatti lungo le strade statunitensi solo dopo la sua morte.

Si tratta, senza dubbio, di una delle più importanti esponenti della street photography, anche se la sua arte e il suo talento, rimasti nascosti finché lei era in vita, sono stati scoperti solo di recente.

Sono immagini realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, rigorosamente in bianco e nero, ed altre, invece a colori, scattate durante gli anni Settanta.

La raccolta, che ha il pregio di ritrarre la gente comune nella sua vita quotidiana, e per questo carica di bellezza, comprende 120 fotografie ed alcuni filmati in super 8 che avvicinano alla personalità di Vivian Maier e al suo lavoro.

Non sarà stato facile assemblare il materiale per l’esposizione, e non perché scarseggiasse, anzi, ma perché, tra più di 150.000 negativi, migliaia di pellicole non sviluppate, filmini e documenti, le immagini da visionare e da scegliere erano davvero tante, e difficili da scartare.

Ma come è stata fatta la scoperta di questa fotografa?
Tutto il suo lavoro era conservato nelle stanze dove l’artista aveva vissuto, e dove lei aveva raccolto e catalogato ogni singolo documento con meticolosità e gelosia.

Dopo la sua morte, però, questo immenso patrimonio è stato rinchiuso in un magazzino e confiscato nel 2007 per mancato pagamento dell’affitto. E’ così che John Maloof, in una casa d’aste di Chicago, è venuto in possesso delle fotografie che poi hanno reso celebre la Maier.

La mostra, a cura di Anne Morin e Alessandra Mauro e realizzata in collaborazione con Chroma Photography, si potrà visitare fino al 31 gennaio 2016.

Vera MORETTI